Il segno divino nella mente umana
Insunt in animis hominum divina quaedam: primum habet animus memoriam infinitam rerum innumerabilium, quam Plato dicit esse recordationem vitae superioris....
Nelle menti degli uomini sono insite alcune impronte divine: per prima cosa la mente ha una infinita memoria di cose innumerevoli:
Platone afferma che questa è la reminiscenza di una precedente vita. Socrate infatti in quel libro che è intitolato Menone chiede ad un ragazzino alcune regole geometriche sulla dimensione di un quadrato. A quelle egli risponde come un fanciullo: tuttavia le domande sono così semplici che rispondendo passo passo, giunge a quel punto dove [sarebbe arrivato] se avesse saputo le regole geometriche.
E così studiare non è null'altro se non ricordare e riconoscere le tante nozioni delle cose innate e come impresse nelle [nostre] menti. Qual è e da dove [proviene] questa forza della memoria? Non mi vergogno di non sapere ciò che non so. E quella forza della mente che scopre le cose nascoste e che viene detta invenzione o riflessione?
Che cos'è dunque? O forse reputiamo che la mente sia plasmata come la cera e che la memoria [non] sia [altro che] impronte di dati impressi nella mente?
(By Vogue)
Versione tratta da Cicerone
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