Plinio al settimo cielo

Hunc post varios eruditosque sermones requisisse: «Italicus es an provincialis?». Se respondisse: «Nosti me, et quidem ex studiis». Ad hoc...

Dopo vari sermoni domandò questo: "Sei italico o provinciale?". Rispose: "Non mi hai conosciuto, e veramente dagli studi". A ciò quello:

"Sei Tacito o Plinio?". Non posso esprimere quanto mi renda felice il fatto che i nostri nomi per così dire propri delle lettere, non degli uomini, si rimandano alle lettere, dato che entrambi di noi siamo noti anche grazie a tali studi, senza i quali altrimenti saremmo sconosciuti.

Avvenne un'altra cosa simile pochissimi giorni prima. Un uomo insigne, Fadio Rufino, era sdraiato con me, sopra di lui un concittadino dello stesso, che in quel giorno era giunto per la prima volta in città; mostrandomi a lui Rufino: "Vedi questo?". Poi (disse) molte cose dei nostri studi; e quello disse "E' Plinio." Confesserò la verità, percepisco il grande frutto del mio lavoro.

Forse se Demostene si è rallegrato a buon diritto per il fatto che, una vecchia dell'attica lo riconobbe, io non devo gioire per la celebrità del mio nome? Io in verità gioisco e dico che gioisco.
(By Maria D.)

Versione tratta da Plinio il Giovane

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