Una tempesta danneggia la flotta di Cesare

Caesar, exposito exercitu et loco castris idoneo delecto,

Cesare, messo in vista l'esercito e scelto un luogo idoneo per l'accampamento, quando venne a sapere dai prigionieri dove fossero le truppe dei nemici, lasciate presso il mare dieci coorti e trecento cavalieri, per essere di presidio alle navi, nel corso della terza vigilia si affrettò verso i nemici.

Questo stesso procedendo di notte all'incirca 12 miglia, osservò le truppe dei nemici. Quelli iniziarono ad intraprendere la battaglia dalla posizione più elevata con la cavalleria e e le carrozze. Respinti dai nostri cavalieri si nascosero nelle selve, trovando per caso un luogo egregiamente munito dalla conformazione naturale.

Ma i soldati della settima legione, fatta una testuggine, occuparono il luogo e e li respinsero dalle selve, ricevute poche ferite (con poche ferite ricevute). Ma Cesare vietò di seguire coloro che fuggivano, sia perché ignorava la natura del luogo, sia perchè, consumata la maggior parte del giorno, voleva munire l'accampamento. L'indomani di quel giorno al mattino inviò in tre parti i soldati e i cavalieri in spedizione a inseguire coloro, che erano fuggiti.

Nello stesso tempo da Q. Atrio, che era a presidio delle navi, giunsero i cavalieri presso cesare, ad annunciare che nella notte precedente, sorta una terribile tempesta, quasi tutte le navi erano state sbattute e gettate sul litorale.
(By Maria D.)

Versione tratta da Cesare

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