Parole di Alessandro ai suoi soldati
Parole di Alessandro ai suoi soldati Versione numero 31 a pagina 226 dal libro greco nuova edizione 2.
Πέρας δε των πόνων γενναίω μεν ανδρί ουδέν δοκώ έγωγε ότι μη αυτούς τους πόνους, όσοι αυτών ες καλά έργα φέρουσιν....
io credo che per un uomo valoroso non ci sia nessun limite alle sofferenze se non proprio le sofferenze, che conducono a grandi imprese.
Se uno desidera sentire quale sarà il limite al combattere stesso, sappia che non abbiamo più molta strada fino al fiume Gange e al mare d'oriente; da questa parte, vi dico, apparirà connesso il mar Caspio; infatti il grande mare gira intorno a tutta la terra.
E io mostrerò ai Macedoni e agli alleati che il golfo d'India confluisce in quello Persico, e che il mar Caspio confluisce in quello indiano; con la nostra flotta saranno circumnavigate le terre fino alle colonne d'Ercole dal golfo Persico fino alla Libia;
dalle colonne l'intera Libia interna diventa nostra e così tutta l'Asia, e i confini dell'impero da questa parte sono i confini della terra che il dio ha creato.
Secondo tipo da altro libro
Per un uomo valoroso io credo che non ci sia altro termine alle fatiche se non le fatiche stesse che lo guidano a imprese gloriose.
Ma se qualcuno desidera ascoltare quale sarà il termine di questa stessa guerra, sappia che non è lungo il cammino che ci resta ancora da percorrere fino al fiume Gange e al Mare Orientale; e a questo apparirà unito - ve lo assicuro - il Mare Ircano, dato che il Grande Mare circonda tutta la terra. . E io proverò ai Macedoni e agli alleati che il Golfo Indiano comunica con quello Persico, e il Mare Ircano con l'Indiano. Dal Mare Persico la nostra flotta navigherà intorno alla Libia fino alle Colonne di Eracle; -e dalle Colonne la Libia situata al di qua di esse sarà nostra, e così tutta l'Asia; e i confini del nostro impero saranno gli stessi che il dio pose alla terra.
Se ora torniamo indietro, restano ancora molte genti bellicose al di là dell'Itasi fino al Mare Orientale, e molte anche a partire da queste verso il Mare Ircano, in direzione del vento Borea e, non lontano da queste, le tribù scitiche, per cui c'è da temere, tornando indietro, che anche i popoli non ancora completamente assoggettati siano spinti alla rivolta da quelli che non abbiamo conquistato.
Per noi, allora, saranno state inutili le molte fatiche, oppure altri travagli e altri pericoli dovremo affrontare di nuovo. Resistete, Macedoni e alleati: solo chi sopporta fatiche e accetta pericoli compie imprese gloriose; ed è dolce vivere valorosamente e morire lasciando una gloria immortale
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