Le Arginuse dopo la battaglia il problema della raccolta dei caduti

Μετὰ δὲ ταῦτα τῶν στρατηγῶν οἱ μὲν ᾤοντο δεῖν τοὺς τετελευτηκότας ἀναιρεῖσθαι διὰ τὸ χαλεπῶς διατίθεσθαι τοὺς ᾿Αθηναίους ἐπὶ τοῖς ἀτάφους...

Dopo queste cose alcuni fra gli strateghi (genitivo partitivo) pensavano che bisognava raccogliere i morti, poiché gli Ateniesi erano maldisposti contro chi lasciava insepolti i caduti; altri invece dissero che bisognava far vela su Mitilene e rompere al più presto l’assedio.

Sopraggiunse anche una grande tempesta così da sballottare le triremi, e i soldati per lo sfinimento della battaglia e la grandezza dei marosi si opposero alla raccolta dei cadaveri.

 Alla fine, per il perdurare della tempesta, non navigarono né verso Mitilene né recuperarono i morti, ma costretti dalle raffiche di vento fecero vela verso le Arginuse. Andarono perdute nella battaglia tra gli Ateniesi venticinque navi e la maggior parte di chi c’era in esse, settantasette tra i Peloponnesiaci.

Pertanto, perdute tante navi e gli uomini che c’erano in esse, la zona lungo il mare tra Cuma e Focea si riempì di cadaveri e di rottami.

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