Bilioteca storica libro 3 capitolo 25
Τὴν δὲ ἑξῆς χώραν τῶν Αἰθιόπων ἐπέχουσιν οἱ καλούμενοι Κυνηγοί, σύμμετροι μὲν κατὰ τὸ πλῆθος, βίον δ´ οἰκεῖον ἔχοντες τῇ προσηγορίᾳ....
Il paese seguente lo occupato quegli Etiopi chiamati Cinegi, non troppo numerosi, che conducono una vita che è confacente al loro nome.
Infatti, poiché il paese è popolato da animali selvatici e povero del tutto, e ancora poiché dispone di pochi corsi d'acqua sorgiva, essi dormono sopra gli alberi per paura delle bestie, però verso mattina vanno aggirandosi intorno ai ponti di confluenza delle acque con armi, si nascondono nella selva e spiano stando sopra gli alberi. Al momento del gran caldo, quando i buoi selvatici, i leopardi e gli altri animali in gran numero, vi vanno a bere, dal momento che a causa del caldo eccessivo e della sete bevono avidamente l'acqua fino a riempirsene, poiché sono diventati pesanti ed hanno difficoltà di movimento, gli etiopi, saltati già dagli alberi, con bastoni di legno induriti al fuoco, con pietre, e con frecce, li abbattono facilmente.
Facendo queste battute di caccia in gruppo mangiano le carni delle prede e raramente sono uccisi dagli animali più gagliardi, mentre il più delle volte con l'inganno prevalgono sulla superiorità che viene dalla loro forza. Se talvolta scarseggiano animali da cacciare, bagnate le pelli di quelli presi in precedenza, le mettono su un fuoco basso e ridotti in cenere i peli, se ne dividono il cuoio e mangiandolo per forza suppliscono così al bisogno.
Esercitano i ragazzi ancora adolescenti al bersaglio e danno cibo solo a quelli che colgono nel segno e perciò da adulti la loro buona mira è oggetto di ammirazione, addestrati come sono nel modo migliore sotto i colpi della fame.
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