Clamoroso insuccesso della delegazione di Dionisio ad Olimpia
Των δ'Ολιμπιων εγγυς οντων; ...
Poichè le Olimpiadi erano prossime, Dionigi mandò ai giochi numerose quadrighe, differenti di molto rispetto alle altre quanto a velocità, e tendaggi ricamati d'oro per l'adunanza, nonchè ornati con lussuosi panni variopinti.
Mandò anche i migliori rapsodi, affinchè, recitando ad alta voce i suoi componimenti poetici durante l'adunanza, rendessero celebre Dionigi; difatti amava come un pazzo la poesia. Inoltre inviò, quale curatore di questi beni, il fratello Tearide;
e costui, allorchè fu giunto all'adunata, veniva ammirato per la magnificenza dei tendaggi da un lato e per la moltitudine delle quadrighe dall'altro; non appena i rapsodi principiarono a declamare le poesie di Dionigi, in un primo momento, complice l'intonazione dei cantori, la folla li circondava e tutti li ammiravano; in seguito, invece, rendendosi conto della rozzezza delle poesie, deridevano Dionigi e giunsero a tal punto che taluni osarono distruggere i tendaggi.
Ed anche l'oratore Lisia, che si trovava ad Olimpia, esortò le masse a non accettare più nei giochi sacri rappresentanti inviati dalla più empia delle tirannidi. E fu in quest'occasione che si seppe anche della storia Olimpica, giacchè era stata scritta.
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