La saggezza di Romolo II - Dionigi di Alicarnasso

Ἱερὰ μὲν οὖν καὶ τεμένη καὶ βωμοὺς καὶ ξοάνων ἱδρύσεις μορφάς τε αὐτῶν καὶ σύμβολα καὶ δυνάμεις καὶ δωρεάς, αἷς τὸ γένος ἡμῶν εὐηργέτησαν,...

E seguendo le leggi migliori dei greci mise in pregio le cose sante, (io dico), i templi, gli altari le statue, le immagini, i simboli, le forze i doni con i quali gli dei ci beneficiano e le feste convenevoli per ogni dio  o nume e i sacrifici con i quali gradiscono essere venerati dagli uomini e la fine delle armi e i concorsi e i riposi dalle fatiche e quanto si addita di simile.

Censurò le favole che si tramandano su di loro (sugli dei), nei quali vi erano offese e accuse contro di essi, ritenendoli empi, dannosi, offensivi e non degni degli dei e neppure degli uomini giusti.

Prescrisse inoltre che gli uomini pensassero e parlassero riguardo agli dèi nel modo più rispettoso possibile, evitando di attribuire loro una pratica indegna della loro natura divina.

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