L'uccisione di Caco (Versione dionigi di Alicarnasso)
L'uccisione di Caco
Autore: Dionigi di Alicarnasso
Οἱ δὲ Ἀβοριγῖνες καὶ τῶν Ἀρκάδων οἱ τὸ Παλλάντιον κατοικοῦντες, ὡς τοῦ Κάκου τὸν θάνατον ἒγνωσαν τοῦ λῃστοῦ, μέγα εὐτύχημα τὴν ἀποβολήν ἐποιοῦντο καὶ ἦχον οἱ βασιλεῖς αὐτῶν ἐπὶ ξένια τὸν Ἡρακλέα καλοῦντες....
Gli Aborigeni e quelli tra gli Arcadi che abitavano Pallantio, appena seppero del la morte di Caco, il brigante, ritenevano questa perdita una grande fortuna, e i loro nobili sandarono da Eracle per invitarlo a essere loro ospite.
Colpito favorevolteme dall'ospitalità di quelle persone, Eracle invita a banchetto il popolo, dopo aver sacri ficato alcuni tra quei buoi e aver scelto la decima parte del resto della preda.
L'ara, sulla quale Eracle immolò le decime, è ora chiamata dai Romani "Massima", e si trova vicino al foro che si chiama Boario.
È ritenuta sacra dagli abitanti dei luogo, più di qualunque altra. Infatti, si fanno su di essa giuramenti e contratti, da parte di chi vuole condurre affari con assoluta sicu rezza.
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