Il romanzo è ambientato a Torino nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale.
Si parla dei bombardamenti notturni di Torino; della città viene fatta la descrizione dettagliata di una mattinata successiva ad un grosso bombardamento che ha provocato la morte di migliaia di persone, moltissimi incendi, la distruzione della stazione e di alcuni edifici.
Si raccontano: la reazione della gente alla notizia( divulgata alla radio) della fine della guerra, il fatto che Mussolini sia stato rovesciato, le incursioni aeree inglesi che riprendono, l’occupazione del Veneto da parte di una gran moltitudine di Tedeschi, la richiesta di pace dell’Italia; i cortei e le dimostrazioni dappertutto, i soldati in fuga, gli arresti, le imboscate partigiane, le rappresaglie sui civili, la borsa nera, la confusione generale, i banditi che si atteggiano tutori dell’ordine, gli sbandati, le incertezze, i facili entusiasmi, la guerra civile.
In particolare viene messo in luce il fenomeno della resistenza attraverso i personaggi che animano l’osteria delle fontane; personaggi semplici, poco acculturati, ma resi forti dai loro ideali, coraggiosi, pronti a rischiare tutto ed estremamente solidali tra di loro.
Il professor Corrado sfugge ai pericoli dei bombardamenti notturni di Torino tornando ogni sera alla villa in collina in cui ha affittato una stanza.
Amando la solitudine, fa frequenti passeggiate nei boschi e sui pendii della collina, con l’unica compagnia del cane Belbo, finché una sera viene attratto da voci e canti che provengono da un’osteria: Le Fontane.
Incuriosito, vi si avvicina e viene accolto simpaticamente da un gruppo di giovani (sovversivi) che egli continua poi a frequentare sempre più spesso.
Tra questi ritrova Cate, la sua ragazza dei tempi della scuola, che ora ha un figlio, Dino. Corrado ha il dubbio che il ragazzo sia il proprio figlio, ma la donna rivendica di essere l’unico genitore; mentre lui in qualche modo vorrebbe tornare al passato, lei mantiene la sua autonomia.
Passano i mesi; viene dichiarata la fine della guerra, ma ha inizio la fase della guerra civile e della Resistenza.
Gli amici delle Fontane, tranne uno, vengono arrestati e Corrado attraversa un periodo da incubo: ricercato dai tedeschi, cerca rifugio in un paese di Chieri dove vive, per un po’, come in clausura; poi, fuggendo tra difficoltà e terrore di essere scoperto, torna alla sua casa dell’infanzia, nelle Langhe.
PERSONAGGI PRINCIPALI
1)CORRADO, il protagonista, è un insegnante sulla quarantina; di estrazione sociale molto semplice, ha studiato, e ciò gli ha permesso di farsi una posizione di privilegio.
Vive a Torino dove insegna in una tranquilla scuola superiore, ma ogni sera torna nelle stanze affittate in casa di Elvira e della madre di lei.
Seguendo la passione per le scienze naturali, vive in solitudine in collina.
Quando comincia a frequentare Le Fontane, riscopre una certa voglia di frequentare la gente: instaura uno stretto rapporto di amicizia con la sua ex ragazza, Cate; il gruppo dei “sovversivi”(come li definisce Elvira) gli piace ed anch’essi lo accettano così com’è, lo rispettano pur giudicandolo borghese (ricco e istruito), ne apprezzano le idee e sembra quasi che lo considerino del gruppo.
La persona che lo conosce più a fondo è Cate; quando lo rincontra, ella ne fa un quadro completo dicendogli che “è buono ma senza voglia, lascia sempre fare, non dà confidenza, non si arrabbia neppure, non vuole bene a nessuno, non mostra se stesso agli altri, ma ha paura e questo lo spinge ad essere cattivo con gli altri nel parlare”.
2)CATE. Quando l’aveva conosciuta e frequentata Corrado, era una ragazza “disoccupata e beffarda”, magra e un po’ goffa, vestita malamente; aveva una vita estremamente misera tanto che il regalo di un rossetto le poteva dare una contentezza grandissima. Corrado la ricorda scontenta e ignorante, con un gran contrasto tra la sua vita e i suoi desideri.Con lei era stato tutto molto semplice e dai giochi sui prati erano passati ad un rapporto veramente intimo.In realtà Cate gli si era molto legata anche affettivamente e il fatto di sentirgli affermare che la cercava solo per il sesso l’aveva spinta ad allontanarsi da lui.Da allora aveva fatto l’operaia, la cameriera in albergo, la sorvegliante in colonia.
Quando, dopo otto anni, Corrado la incontra alle Fontane, Cate è la stessa, ma sembra un’altra. Ora ha un figlio che ha dato uno scopo alla sua vita; lavora come inserviente in ospedale; è una donna schietta, decisa e padrona di sé stessa; non ha bisogno di nessuno, neppure di Corrado, anzi con il suo sorriso beffardo e il suo sarcasmo si dimostra superiore a lui. Ha idee politiche ben precise: parteggia per la Resistenza e partecipa attivamente al gruppo dei partigiani tanto che insieme a loro verrà arrestata e deportata dai Tedeschi.
3)DINO è il figlio di Cate (e forse di Corrado). Il suo vero nome è Corrado: Cate dice di averlo chiamato così, perché, quando era nato, lei era ancora affezionata a Corrado.
La prima volta che Corrado lo incontra, è un “bianco ragazzo vestito alla marinara, quasi comico”; ha paura di Belbo e si nasconde dietro le sottane della madre. Dopo un po’ che è rimasto in collina con la nonna di Cate, la padrona dell’osteria, diventa un magro monello con i capelli negli occhi e la maglietta rattoppata.
A scuola, secondo i parametri fascisti, gli avevano trasmesso la voglia di diventare soldato. Alle Fontane scopre invece altri interessi: dapprima la natura e le scienze, poi l’avventura, le idee politiche e la resistenza.
Quando sua madre viene arrestata, Dino viene accolto per un certo periodo di tempo in casa di Elvira; poi però viene mandato in collegio, a Chieri. Il ragazzino in questa occasione si dimostra più maturo della sua età ( per la sicurezza di Corrado finge di non conoscerlo) e sembra adattarsi alla sua nuova vita, ma, dentro di sé, cova il desiderio di raggiungere il suo amico Fonso sulle montagne.
Quando Corrado, per paura di essere scoperto, torna alla villa di Elvira, anche Dino se ne va dal collegio e se ne perdono le tracce; nonostante le ricerche di Elvira, Corrado non ne saprà più nulla.
4)FONSO E I COMPAGNI DELLA RESISTENZA. Fonso è un ragazzo (non arriva neppure a diciotto anni) e fa il fattorino in una ditta meccanica di Torino. Corrado lo definisce cinico, burlone, pronto ad infiammarsi; aveva frequentato le scuole serali e lì aveva preso passione per le statistiche e per i giornali. Avido di informazioni, aveva certamente colleghi che gli aprivano gli occhi.
In questo modo era diventato un personaggio dal carattere deciso, pronto a sostenere le proprie idee con l’azione.
E’ il fulcro del gruppo di partigiani delle Fontane ( Nando, Tono, Giulia, Cate…). Questi si ritrovano ogni sera nell’osteria: discutono sui fatti di quei giorni, ascoltano radio Londra e poi, quando la guerra finisce, organizzano la Resistenza utilizzando la cantina delle Fontane come deposito delle armi incettate e di altro materiale ottenuto svaligiando magazzini.
Quando Giulia viene arrestata in fabbrica, Fonso scappa sulle montagne ad organizzare le azioni partigiane di primavera; ha intenzione di mandare più tardi i suoi a ritirare i depositi delle Fontane; ma non fanno a tempo: i depositi vengono scoperti dai tedeschi e i suoi amici ( tranne Dino e Corrado) tutti arrestati e deportati.
5)ELVIRA. Insieme alla madre ospita Corrado nella sua casa.
Le due donne, che Corrado definisce “padrone sue e di Belbo”, hanno cura di lui, sono affabili, gli preparano la cena, ma vogliono qualcosa in cambio: chiacchiere e attenzioni.
In particolare si fa delle illusioni sul suo conto Elvira, zitella quarantenne; in cuor suo spera di sposarlo prima o poi. E’ protettiva nei suoi confronti, lo aspetta con ansia quando è in ritardo; sopporta con sofferta rassegnazione il suo caratteraccio e non si rende conto che Corrado non ama proprio queste attenzioni, perché immagina che prima o poi anche lei esprimerà diritti e pretese. In effetti Elvira viene via via presa da gelosia per i nuovi amici di Corrado: “I sovversivi”, così diversi da loro. Tuttavia, nonostante disapprovi la stima che Corrado esprime per loro, Elvira rimane sempre pronta a proteggerlo, lo aiuta a trovare un rifugio sicuro quando è ricercato, accoglie persino il piccolo Dino in casa, unico superstite della retata dei tedeschi e si dà da fare per farlo accogliere in collegio. Si tiene sempre a disposizione di Corrado, anche quando lui decide di tornare a casa dai suoi.
6)OTINO è il giovane disertore che Corrado incontra durante la sua fuga burrascosa da Torino verso le Langhe. Semplice e schietto, il ragazzo, senza neppure chiedergli il nome, il ragazzo gli offre aiuto, cibo e ospitalità, ma soprattutto consigli che gli permettono di raggiungere incolume la casa dei propri genitori.
CONTESTUALIZZAZIONE
LUOGHI
1)LA COLLINA
E’ un ambiente che Corrado ama e che in qualche modo gli assomiglia: selvatica e sola.
Ha un terreno accidentato e serpeggiante, coltivato o al naturale, con la strada tra le siepi e il muretto, con le sue cascine, i burroni, i sentieri che si possono percorrere e che offrono bellissimi panorami e continue scoperte per coloro a cui piace la natura.
Una volta di sera, dall’alto della collina si vedeva la città: un lago di luce e un formicolio di gente; ora un gran buio copre ogni cosa con il suo peso e la collina è diventata il rifugio notturno di molti sfollati.
2)L’OSTERIA “LE FONTANE”
E’ il luogo degli incontri e delle cospirazioni; lì si tengono le riunioni del gruppo di partigiani a cui partecipa anche Corrado. E’ un ambiente dove si respira il cameratismo e si condividono grandi ideali in modo molto semplice, alla portata di tutti.
3)IL COLLEGIO DI CHIERI
Corrado lo vive come un rifugio sicuro, isolato, completamente fuori dal mondo. E’ un ambiente quasi irreale che garantisce immunità e protezione; lì dentro arriva solo l’eco attutita del dramma di quei tempi. (Gli ricorda la chiesa in cui era entrato una volta e in cui aveva quasi sperato che davvero bastasse pregare per trovare sicurezza e conforto.)
PERCHE’ LA GUERRA? PERCHE’ LA MORTE O LA VITA AL POSTO DI UN ALTRO?
Nel momento in cui Corrado ha assistito per caso da lontano alla cattura dei suoi amici e si è reso conto lui stesso di essere in pericolo, ha sentito “un sapore i morte in bocca” e quando è in salvo, sulle colline dei suoi genitori, lontano Dalle Fontane e da Torino, lo tormenta la domanda “Perché la salvezza è toccata a lui e non agli altri”, egli si sente vivo per caso e ciò lo fa star male.
Inoltre egli afferma che, una volta finita la guerra civile, tutti dovrebbero chiedersi : “E dei caduti che ne facciamo? Perché sono morti?” . Egli non sa trovare una risposta a questo problema e pensa che nessuno lo sappia, forse solo i morti e per questo “soltanto per loro la guerra è finita”. Gli altri continueranno a provare tormento e a vivere con questo problema impossibile da risolvere.