Per nostra fortuna viviamo in un Paese libero, democratico, fondato, come dice la Costituzione "sul lavoro" e sull'impegno di ognuno di noi. La base essenziale per una vera democrazia consiste nella partecipazione di tutti alla vita politica della propria nazione.
Se democrazia significa "governo del popolo", questo vuol dire che tutti dobbiamo sentirci coinvolti in ciò che il governo fa o decide, negli errori che compie, nelle truffe che alcuni suoi rappresentanti tramano ai danni dei cittadini. Invece, spesso prevale il disinteresse, il "quieto vivere".
Allora invece della partecipazione, mettiamo in atto il totale disimpegno: tutti affermiamo di volere una società più onesta e giusta e molti propongono l'uso della violenza, della rivoluzione, dei cambiamenti totali e definitivi.
Da una reazione simile, in realtà, non può nascere altro che un potere autoritario e quindi oppositore della libertà e della democrazia, e dietro allo stato del terrore c'è sempre in agguato un Napoleone. La paura, dunque, è la madre del potere assoluto, dello stato totalitario. E nello stato totalitario a decidere ciò che è giusto e ciò che è ingiusto è chi ha il potere assoluto, senza che si possa criticare. Anzi, nello stato totalitario, chi critica viene eliminato.
Ed ecco, dunque, perché le istituzioni democratiche debbano venire considerate come il bene più grande di una comunità, come la sua più alta conquista civile, da amare e difendere. In democrazia non ci sono nemici da abbattere, ci sono avversari con i quali discutere e competere civilmente