da giuliaciti » 8 apr 2009, 13:54
La vergine cuccia: la tenera cagnolina della dama di cui il "Giovin Signore" è cicisbèo. Questa cagnetta conta di più delle persone al servizio del palazzo nobiliare. L'episodio è uno dei momenti poetici più significativi, alti e commossi del "Giorno". Dapprima l'episodio è narrato nel modo in cui apparve alla dama, poi subentra, con tono sempre più fermo, il poeta con la sua ironia che ben presto trapassa, in un crescendo poetico sempre più intenso, nel sarcasmo, nello sdegno e nella indignazione morale: è questo il momento culminante della tensione morale e ugualitaria del "Giorno". L'episodio è introdotto durante il banchetto della dama dal vegetariano che superficialmente della cultura illuministica accoglie solo la pietà per gli animali e non quella per "i bisogni e le piaghe" degli uomini. La commiserazione del vegetariano per le povere bestie, vittime dell'ingordigia umana, desta così nella dama il ricordo della sua tenera cagnolina, la quale, colpita dal piede "sacrilego" del servo, che essa aveva morsicato con i suoi candidi dentini d'avorio, fu severamente vendicata dalla sua padrona che cacciò “l'empio servo", il quale, non trovò più casa nobiliare che lo assumesse, e fu così costretto, con la moglie e i figli, a chiedere per la strada l'elemosina.