tema..

Messaggioda ginevrina » 19 ago 2008, 18:04

scusate per curiosità avreste un tema sulle olimpiadi..oppure un tema libero già svolto???
grazie in anticipo..

ginevrina

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Messaggioda Shady » 19 ago 2008, 19:58

un confronto tra le olimpiadi antiche e quelle moderne può interessarti?

Shady

 

Messaggioda ginevrina » 19 ago 2008, 20:35

grazie infinite!! scusami se ti ho risposto in ritardo..non mi si connetteva..cmq il confronto delle olimpiadi sarebbe un' ottima idea..grazieeeee

ginevrina

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Messaggioda Shady » 20 ago 2008, 8:38

Le Olimpiadi degli antichi e dei moderni

Storicamente l’inizio delle Olimpiadi è datato 776 a.C., anno da cui furono regolarmente annotati nome e città d’origine dei vincitori d’ogni gara. Le Olimpiadi Antiche erano essenzialmente delle feste religiose, derivanti da un culto commemorativo collettivo dei grandi antenati fondatori e monarchi d’alcune città del Peloponneso. Più tardi, dopo circa un secolo, furono capaci di attrarre tutti i greci. All'inizio le olimpiadi presentavano solo la gara di corsa di uno stadio, circa 192 metri ad Olimpia, quanto il perimetro della pista. Poi furono aggiunte altre gare di corsa, poi fu introdotta la prova del Pentathlon (corsa, salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta). Con questa disciplina prendeva forma l’Ideale sportivo dei greci antichi che collegava, in grande armonia, la forza con l’abilità e la bravura. Poi fu introdotto il pugilato: sport estremo perchè assolutamente non sicuro, ma, forse per questo, molto popolare. Poi fu la volta del "pancrazio", una lotta senza esclusioni di colpi. La gara più estrema, però, fu quella con i cavalli e i carri introdotta nella venticinquesima Olimpiade (680 a.C.). Le gare con i cavalli erano molto popolari ed anche sensazionali. Gareggiavano re, tiranni, ricchi, l’aristocrazia militare: costoro spendevano interi patrimoni per mantenere le scuderie. Il carro era leggero ed era trainato da quattro cavalli.
Potevano iscriversi solo cittadini greci, mentre erano esclusi gli schiavi e le donne, ammesse come spettatrici, solo se non erano ancora sposate. Per quattro settimane i concorrenti dovevano allenarsi sotto il controllo dei giudici, per dimostrare le proprie condizioni fisiche e la possibilità di ben figurare in gara. Terminati i preparativi, atleti, allenatori, giudici e accompagnatori vari si trasferivano a piedi ad Olimpia dove si svolgeva la cerimonia d’apertura, giuramento olimpico e accensione al fuoco sacro. Alle gare accedevano solo gli atleti migliori, selezionati nella fase preparatoria, che si affrontavano in eliminatorie, seminali e finali; i confronti erano sempre ad eliminazione diretta. Contava solo la vittoria: arrivare secondi era una sconfitta. Queste prove nei confronti del rituale rappresenterebbero più antiche forme di commemorazioni di grandi defunti, ma chiaramente si trattava più che di un’involuzione, in realtà costituiva la premessa per introdurre lo spettacolo di massa nella religione. Le gare si svolgevano in estate. Nel primo giorno delle Olimpiadi si svolgevano le cerimonie più propriamente religiose, fra cui un gran sacrificio a Zeus e agli altri dèi. Prima delle olimpiadi, gli annunciatori, incoronati con rami d’olivo selvatico, visitavano tutte le città conosciute del mondo greco ed annunciavano la "sacra tregua". Questa, fermava tutte le guerre, e aveva come scopo lo svolgimento regolare delle gare. Chi desiderava recarsi ad Olimpia, poteva attraversare con assoluta tranquillità anche città nemiche. Proprio per la sacra tregua, le gare Olimpiche hanno avuto un ruolo importante per l’unità nazionale e mentale dei Greci. In fondo, quando tutti o quasi i greci, si riunivano a distanza di tempi regolari alle feste ad Olimpia, in quell’occasione dimenticavano le loro incomprensioni e i loro modi diversi di sentire la realtà e davano importanza alle cose che li univano, come la lingua, le radici e la religione.
I vincitori dell’Olimpiade erano premiati l’ultimo giorno, durante una solenne cerimonia con una corona di foglie tagliate dall’ulivo sacro. Banchetti e festeggiamenti concludevano la manifestazione. Grandi onori e ricompense attendevano gli atleti vittoriosi, al ritorno in patria. La storia delle olimpiadi antiche termina nel 393 d.C., dopo oltre mille e cento anni, con la proibizione dei giochi, ritenuti pagani dall’imperatore romano Teodosio.
Le Olimpiadi come le conosciamo noi, sono state ideate dal barone francese Pierre De Coubertin come occasione d'incontro di tutti i popoli e di tutte le nazioni. Alla loro base c'è l’Olimpismo che è, principalmente, uno ‘stato d’animo’, fatto di valori internazionalisti e democratici. Il barone Indicava quindi nel rispetto delle differenze culturali, delle diverse identità, la base della reciproca comprensione tra popoli e nazioni. Occasione di quest’ incontro tra i popoli era la gara, lo sport. Le gare, il risultato tecnico era secondario per il barone che proclamava: "Importante non è vincere, ma partecipare".
Al contrario delle prime Olimpiadi, nel XX secolo invece che sospendere la guerra per partecipare alle Olimpiadi, sospesero le Olimpiadi per andare a combattere in guerra. A differenza delle antiche Olimpiadi, che si svolgevano sempre ad Olimpia, nelle moderne cambiano la loro sede ogni quattro anni.
I1 programma delle gare, che comprendeva all'inizio dieci sport (atletica, ciclismo, ginnastica, lotta, nuoto, scherma, sollevamento pesi, tennis, tiro, canottaggio), fu in seguito modificato e ampliato con l'aggiunta di altre discipline sportive (calcio, judo, ecc.). I premi consistono in medaglie d'oro, d'argento e bronzo e vengono rispettivamente assegnate al primo, al secondo e al terzo classificato.
Ma nonostante gli ideali d’uguaglianza, fraternità e solidarietà promossi da De Coubertin, c'è un tarlo che minaccia le olimpiadi odierne: il doping. Un atleta delle antiche olimpiadi di Grecia che assumeva qualche sostanza per migliorare le prestazioni, non dava alcuno scandalo, anche se risaputo. Ciò non era ritenuto sleale. Oggi il doping fa scandalo perchè la religione si è nettamente staccata dalla magia e perchè la medicina è sorretta da scienze esatte come la fisica e la chimica. Le olimpiadi moderne hanno solo il nome delle antiche olimpiadi greche, ma in effetti sono altra cosa, anche se il doping, la ricerca della vittoria a tutti i costi, anche a spese della salute, tenta di renderle simili a quelle antiche nella loro fase decadente.

Shady

 

Messaggioda ginevrina » 20 ago 2008, 10:39

grazie per l'aiuto!!! thank you

ginevrina

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Messaggioda Shady » 20 ago 2008, 11:05

di niente!

Shady

 

Messaggioda -me- » 10 set 2008, 10:10

Olimpiadi ….. un successo sportivo mondiale.

Durante queste ultime due settimane si sono svolte ad Atene, dopo un secolo, le Olimpiadi, competizioni che, ogni quattro anni, interessano parecchie discipline sportive in cui gareggiano tutti gli atleti del mondo e le cui origini risalgono agli antichi greci.
A gare finite posso dire di essere soddisfatto degli atleti che hanno rappresentato l’Italia e mi sento orgoglioso dell’impegno che essi hanno profuso per vincere infatti il presidente del CONI aveva previsto per noi 25 medaglie, ne abbiamo conquistate ben 32.
Il simbolo più significativo dei giochi olimpici, per me, è la bandiera che raffigura cinque anelli di colore diverso intrecciati su campo bianco e simboleggianti i continenti (nero l’Africa, verde l’Oceania, giallo l’Asia, azzurro l’Europa, rosso le Americhe).
Resta comunque innegabile l’emozione che mi prende proprio in fondo al cuore quando un nostro atleta vince la medaglia d’oro e, salendo sul podio, sul gradino più alto, esprime con sorrisi, pianti e grida la sua soddisfazione ed esultanza per la vittoria conquistata, quando poi suonano l’inno di Mameli mi commuovo e mi sento partecipe alla sua gioia, mi sento veramente orgoglioso di essere italiano.
La medaglia più sofferta per me è stata quella assegnata a Yuri Chechi che ha dimostrato che anche a una certa età, soffrendo, ma tenendo duro ed allenandosi costantemente, si può arrivare a livelli mondiali ed ambire ad importanti risultati: lo sport è passione, gioia, amicizia un insieme di buoni sentimenti che non dovrebbero essere guastati dal denaro, invidie, ritorsioni.
Ho seguito con particolare attenzione gli incontri di pallacanestro perché è lo sport che preferisco e pratico e quindi potevo capire le strategie, gli schemi e le tattiche di gioco, contestare gli eventuali errori arbitrali e godere appieno delle vittorie. Questa nazionale, formata da atleti semisconosciuti ai più, ci ha regalato una medaglia d’argento contro ogni pronostico, ha gareggiato con il cuore mettendo il massimo dell’impegno in ogni incontro; mi sarebbe proprio piaciuto poter stringere la mano a questi grandi giocatori.
Ho ammirato anche il nuoto, i tuffi, le gare di atletica e comunque credo che ogni competizione sia una sfida, si nota l’impegno che gli atleti spendono, si mettono in gioco ed il vincitore non è solo colui che arriva primo, ma anche chi supera i propri limiti per raggiungere lo scopo prefisso, chi si migliora, chi crede. Questo non conta solo per le Olimpiadi, sfide a livello più alto, ma anche per gare europee o regionali, per una partita a calcio con gli amici, ed in genere vale anche per la vita.
Pure la cornice esterna delle Olimpiadi è molto simpatica sullo schermo scorgi, in secondo piano, una marea colorata di persone, tutte allegre, che incitano e sostengono calorosamente i propri beniamini, ma anche gli altri atleti come se fossero in una grande festa, felici di partecipare ed essere presenti in uno stadio che contiene …….. il mondo.
E’ questo il vero spirito sportivo …. L’importante è partecipare in tutti i sensi.
Ho sentito, al telegiornale, parlare di un grosso problema che affligge il mondo dello sport: alcuni atleti olimpici sono stati squalificati perché si “doppavano”.
Penso che dopparsi oltre che essere pericoloso per il fisico, non è corretto né leale: ci sono atleti cha hanno lavorato sodo per guadagnarsi un’ambita medaglia ed il loro sogno viene infranto da “una pastiglia” che il concorrente, senza scrupoli, si beve per potenziare il suo rendimento. E’ una vergogna!
Credo sia molto più soddisfatto del suo lavoro uno sportivo che, anche se bocciato nelle eliminatorie, può sinceramente dirsi “fin qui ci sono arrivato con le mie forze, proverò a far di meglio la prossima volta, mi allenerò ancora”, che un atleta “doppato” che vince la medaglia d’oro. Egli, anche se sfugge ai controlli, saprà che non se la merita e di aver ingannato prima di tutto sé stesso, poi il vero “spirito” sportivo.
Disprezzo sinceramente chi per soldi, fama o giochi loschi arriva ad utilizzare sostanze proibite o droghe per vincere … è vero che il detto dice “il mondo è dei furbi” ma prima o poi i conti devono tornare……

-me-

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