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Messaggioda simo90 » 12 set 2008, 4:46

questa è la traccia:rivestendo i panni di Mattia Pascal,alla fine del romanzo il protagonista dice:"(.)dovevo rinnestarmi alle mie radici sepolte...folle!!come mi ero illuso che potesse vivere un tronco reciso dalle sue radici?"e poco dopo afferma:"(...)mi sono accorto che avevo sbagliato, che fare il morto non è una bella professione".Alla luce di questi giudizi conclusivi,analizzala figura di Mattia Pascal mettendo in risalto il tono ora tragico, ora comico(in realtà umoristico)della narrazone irandelliana

simo90

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Messaggioda Shady » 12 set 2008, 8:42

questo potrebbe aiutarti....non è proprio quello che cercavi...però..

“Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello


IL FORTE DESIDERIO DI LIBERTA’ E LA NECESSITA’ DI UN’IDENTITA’:
LE EVOLUZIONI DI MATTIA PASCAL.

La lettura di “Il fu Mattia Pascal” mi ha molto entusiasmata, è difficile però farsi un’idea precisa riguardo le tematiche che Pirandello ha messo in luce, in particolare circa la LIBERTA’ e l’ IDENTITA’.
Mattia, il protagonista, oppresso dalle ingiustizie della vita, stanco di subire la malvagità della suocera e il peso della moglie Romilda, rinunciando alla sua identità ed alla sua vita, riesce a liberarsi di tutti i suoi problemi e le sue pene.
Ma quella libertà ha un caro prezzo:bisogna allontanarsi ed estraniarsi da quel mondo, dimenticare il passato, costruirsi una nuova personalità; Mattia deve morire e ricominciare tutto da capo.
E l’occasione gli si presenta.”Non sapendo piu’ resistere alla noja e allo schifo di quel mondo” fugge da Miragno, il paese natale e, ritrovandosi casualmente a Monte Carlo, riesce a racimolare una grossa fortuna. Si decide cosi’ a ritornare a casa per alleviare le sofferenze della famiglia, ma i suoi programmi vengono sconvolti da un articolo di giornale:
“Ieri sabato 28, è stato rinvenuto nella gora d’un mulino un cadavere in stato di putrefazione […] esso fu riconosciuto per quello del nostro bibliotecario Mattia Pascal, scomparso da parecchi giorni. Causa del suicidio: dissesti finanziarii.”
L’iniziale indignazione si trasforma in grande felicità,nella gioia della libertà: lui “non è più ” , non ha più obblighi, ne’ doveri. Perché tornare?
Cambia nome ,Adriano Meis ,si crea una nuova personalità e gira l’Europa, sciolto da ogni legame con il resto del mondo, finalmente sereno, ma anche solo.
Stabilitosi a Roma presso la famiglia Paleari, si rende conto di quanto sia difficile stringere e mantenere rapporti con gli altri. Legalmente Meis è “nessuno”e non può nulla.
Capisce allora che la sua libertà gli permette di non avere alcun dovere da rispettare, gli impedisce pero’ di far valere i suoi diritti, o meglio lo priva dei suoi diritti. Che fare? Adriano Meis, nonostante non lo sia legalmente, è comunque “qualcuno” …per sfuggire ai nuovi problemi potrebbe nuovamente scappare, ma per cosa? L’unica soluzione è riprendersi la propria identità, uccidendo Adriano e tornando Mattia.
Con un finto suicidio pone fine alla vita del Meis e corre incontro alla vita lasciata alle spalle. Che gioia essere ancora se’ stessi, non avere piu’ dubbi,misteri da nascondere, pensieri assillanti.
Mattia però non puo’ immaginare che in quei due anni di assenza le cose siano cambiate a Miragno. Invece scopre, che là il tempo non si è fermato in attesa del suo ritorno, che la moglie si è risposata e che ormai è stato dimenticato: per Miragno Mattia Pascal è morto!
Non gli resta che narrare la sua storia e vivere estraneo al mondo circostante, nell’attesa della terza e definitiva morte.

Il personaggio di Mattia, nel corso del romanzo presenta dunque varie trasformazioni.
Vive un’adolescenza spensierata ed agiata tra i vizi del padre e l’affetto della madre, ma cresciuto incontra la miseria, l’insoddisfazione di una vita familiare instabile e la frustrazione di un impiego poco dignitoso, rispetto a quella che era stata la ricchezza della sua gioventù.
La squallida realtà lo spinge a fuggire, alla ricerca della felicità e, con la decisione di “morire”, entra nel ruolo di Adriano Meis. L’incapacità di trovarsi in sintonia con se’ stesso lo convince a ritornare sui suoi passi, ma è troppo tardi: puo’ essere soltanto “ il fu”.
In conclusione, mentre il fidato amico Don Egidio afferma che senza la propria identità non è possibile vivere, Mattia Pascal, che nel romanzo racconta in prima persona i suoi “casi”, è convinto che non si può avere una vera e propria identità, ed ammette di non sapere con precisione chi è lui stesso.
La sua avventura gli ha insegnato che le inutili norme sociali, rendono l’uomo una marionetta. Per questo lui si rifiuta di continuare a recitare e decide di assumere il semplice ruolo di spettatore.

CONSIDERAZIONI
La genialita’ di Pirandello mi ha davvero molto colpita. E’ stupefacente la sua capacita’ di riassumere in un solo romanzo tanti temi così complessi ed importanti.
E’ stato difficile riuscire ad analizzarli, ma devo dire che mi hanno incuriosita particolarmente e che la lettura è risultata utile non solo a livello scolastico ma anche personale, in quanto mi ha permesso di pormi nuove domande e di trarne le mie considerazioni.
Lo stile dell’autore è coinvolgente, ed insieme al linguaggio alleggerisce la “pesantezza” degli argomenti trattati. La storia che Pirandello ha costruito per esporli è molto efficace, perfetta direi, perche’ le vicende del personaggio Mattia Pascal, nonostante siano ovviamente surreali, contengono tutte le tematiche senza troppe forzature.

Shady

 

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