Alcune teoriche femministe sostengono che le differenze tra i sessi sono in prevalenza culturali e che sono insegnate dalla nostra società e che quelle fisiologiche comunque non giustificano la disparità di trattamento, difatti leggi o comportamenti discriminatori verso le donne si basano sull'attribuzione di ruoli differenti ai due sessi nella società dovuti a differenze supposte naturali. Il ruolo delle donne è stato a lungo giocato tra le mura domestiche, nei lavori di riproduzione e cura, mentre quello degli uomini si è realizzato in società, al di fuori della famiglia. Questo era giustificato dalla convinzione dei più della "predisposizione naturale" delle donne ad accudire i figli e ad occuparsi della casa. Altre teoriche femministe invece tendono a valorizzare una "differenza" tra maschile e femminile, anche in termini di produzione di linguaggio, di stili comunicativi...[11], ma ovviamente concordano nel sostenere che le differenze non giustificano le discriminazioni subite. In ogni caso le posizioni sono molteplici e articolate.
Al contrario alcuni attivisti del "movimento maschile" sostengono che ci sono forti differenze naturali. I sostenitori di questa posizione non negano le differenze individuali o culturali ma sostengono che tra i due gruppi ci sono delle tendenze medie (dovute alla natura) che differiscono di molto e di queste differenze bisogna tenere conto nella società.