Inizio latino: "Cum a Romanis bellum Tarentinis indictum esset..."
Fine latino: "...maiores dixissemus, nisi vinum tam mox defecisset."
Traduzione:
Essendo stata dichiarato guerra ai Tarentini da parte dei Romani a causa di un'offesa arrecata agli ambasciatori, quelli, ritenendo che l'impedo dei Romani non potesse essere sostenuto dalle loro forze, inviarono a Pirro, re degli Epiri, gli ambasciatori che lo esortavano affinché li aiutasse nella guerra. Pirro non perse l'occasione di attaccare battaglia e venne in Italia con un ingente e forte esercito. Ma essendosi prolungata la guerra più a lungo di quanto avevano creduto i Tarentini, cominciò a manifestarsi contro di lui il malumore degli uomini.
Così un giorno durante un pranzo accadde che alcuni giovani lo criticavano: dicevano che il re era venuto a Taranto per esercitare il dominio e perciò compiangevano la loro miseria pregano gli Dei affinché punissero la perfidia del re. Essendosi accorto di questo il re, senza incertezze fece venire a sé uno di loro e gli chiese che cosa era stato detto durante il banchetto.
Il Tarentino scherzando si liberò del pericolo: "In verità" rispose "dicevamo, caro re, molte cose anche offensive, ma non capisco perché ti meravigli: infatti parlavamo tra i bicchieri e avremmo detto cose anche più offensive se il vino non fosse finito così velocemente".