La sorella di Augusto, Ottavia, perse un giovane figlio. Per tutta la durata della sua vita non cessò mai di piangere e di lamentarsi; rivolta ad un solo pensiero e con la mente totalmente fissa, restò per tutta la vita come era stata durante il funerale. Dopo che fece seppellire Marcello, non volle avere alcun ritratto dell'amatissimo figlio, e che le venisse fatto alcun accenno su di lui. Odiava tutte le madri e si adirava soprattutto contro Livia, moglie di Augusto, poiché le sembrava che a suo figlio fosse passata la felicità promessa a sé. Abituata alle tenebre e alla solitudine, rifiutò le poesie composte per celebrare il ricordo di Marcello e chiuse le sue orecchie ad ogni conforto. Appartata dalle cerimonie ufficiali, si seppellì e si celò nel palazzo imperiale. Pur sedendole accanto altri figli e nipoti, non tolse mai la veste da lutto, non senza offesa per tutti i suoi, dei quali si sentiva priva, pur essendo essi vivi.
Qui quella del libro LATINA ARBOR