1) << Τις η φωνη προσέβαλεν ημιν πόρρωθεν απο της ακρας εκείνης; Ώς ηδεια ταις ακοαις>>. <<Θαλαττία τις ορνις, αλκυων ονομαζομένη>>. <<Άλκυών; Ου πώτοτε πρόσθεν ηκηκόειν (da ακούω) αυτης της φωνης>>.
« Quale suono è giunto (giunse) a noi da lontano da quella rocca ? Quanto è piacevole l'ascolto ! » « Un uccello marino, chiamato alcione ». « Alcione ? non avevo mai sentito prima questo verso ».
2) Ουδεν μεν εδώδιμον ην λαμβάνειν ουδ' εξωθεν επεισάγεσθαι, αυτο δε το βασιλικον δειπνον ουκέτι κατεσκευάσθη· των γαρ ιππων ολιγοι επεβίουν ετι, τους δ' αλλους εσθίοντες κατανηλώκεσαν (da καταναλίσκω).
non c'era nulla di commestibile da prendere nè da portare fuori, e inoltre lo stesso banchetto regale non era stato ancora preparato; infatti sopravvivevano solo pochi tra i cavalli, mentre gli altri gli avevano impiegati (usati) per mangiarli (lett.: mangiandoli) [εσθίοντες ]
κατεσκευάσθη = è stato tradotto con un trapassato, pur essendo un aoristo, perchè l'italiano qui richiede anteriorità
ciao vince.tb