ELOGIO DI SEIANO

Messaggioda k.6.13.a » 30 giu 2009, 13:56

[center]Elogio di Seiano di Velleio Patercolo[/center]
inizia con "Raro eminentes viri non magnis auditoribus..." e termina con "...quod optimum sit (est), esse nobilissimum.".
è presa dal versionario del libro "Nuovo comprendere e tradurre"

è urgente!!!

k.6.13.a

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Messaggioda giada » 1 lug 2009, 8:06

Elogio a seiano Velleio Patercolo

Raro eminentes viri non magnis adiutoribus ad gubernandam fortunam suam usi sunt, ut duo Scipiones duobus Laeliis, quos per omnia aequaverunt sibi, ut divus Augustus M. Agrippa et proxime ab eo Statilio Tauro, quibus novitas familiae haud obstitit quominus ad multiplices consulatus triumphosque et complura eveherentur sacerdotia. Etenim magna negotia magnis adiutoribus egent - neque in parva paucitas ministeria deficit -, interestque rei publicae quod usu necessarium est, dignitate eminere utilitatemque auctoritate muniri. Sub his exemplis, Ti. Caesar Seianum Aelium, principe equestris ordinis patre natum, materno vero genere clarissimas veteresque et insignes honoribus complexum familias, habentem consulares fratres, consobrinos, avunculum, ipsum vero laboris ac fidei capacissimum, sufficiente etiam vigori animi compage corporis, singularem principalium onerum adiutorem in omnia habuit atque habet, virum severitatis laetissimae, hilaritatis priscae, actu otiosis simillimum, nihil sibi vindicatem eosque adsequentem omnia, semperque infra aliorum aestimationes se metientem, vultu vitaque tranquillum,animo exsomnem.

In huius virtutum aestimatione iam pridem iudicia civitatis cum iudiciis principis certant; neque novus hic mos senatus populique Romani est putandi, quod optimum sit, esse nobilissimum


Raramente gli uomini eminenti non hanno fatto ricorso ad insigni collaboratori a tutela delle proprie sorti, come fecero i due Scipioni con i due Lelii, che innalzarono al proprio livello in ogni cosa, come fece il divo Augusto con Marco Agrippa e subito dopo di lui con Statilio Tauro, ai quali gli oscuri natali non impedirono di essere chiamati a ripetuti consolati, a trionfi e a parecchie cariche sacerdotali. E infatti i grandi impegni esigono validi collaboratori – né manca un piccolo numero (di collaboratori) per quelli di poca importanza - ed è interesse dello Stato che si distingua per dignità ciò che è necessario per la sua utilità e che l’utilità sia protetta dall’autorevolezza (=che il vantaggio che da loro può venire sia salvaguardato..). Sulla base di questi esempi, Tiberio Cesare ebbe ed ha tuttora come ineguagliabile collaboratore nelle funzioni imperiali in ogni campo Elio Seiano, nato da un padre eminente personaggio del ceto equestre e, per parte di madre legato a famiglie illustri ed antiche e insigni per cariche ricoperte, che ha (habentem è riferito a Seiano) fratelli, cugini e zio di rango consolare, ricchissimo egli stesso di zelo e lealtà, anche dotato di complessione (struttura) fisica adeguata alla forza d'animo, uomo di austerità molto bene accetta, di giovialità d’altri tempi, molto simile nell’atteggiamento a quelli che sono liberi da impegni, che non pretende (vindicantem) niente per sé e per questo capace di ottenere tutto, e che si giudica sempre al disotto della stima degli altri, tranquillo nell'aspetto e nella vita, infaticabile nell'animo.
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