Isson deinde rex copias admovit; ubi consilio habito utrumne ultra progrediendum foret, an ibi opperiundi essent novi milites quos ex Macedonia adventare constabat, Parmenio non alium locum proelio aptiorem esse censebat: "quippe illic utriusque regis copias numero futuras pares, cum angustiae multitudinem non caperent: planitiem ipsis camposque esse vitandos, ubi circumiri, ubi ancipiti acie opprimi possent. Timere ne non virtute hostium, sed lassitudine sua vincerentur. Persas recentes subinde successuros, si laxius stare potuissent." Facile ratio tam salubris consilii accepta est. Itaque inter angustias saltus hostem opperiri (alexander) statuit.
Il re poi trasportò le milizie ad Isso: Qui si tenne un consiglio per decidere se fosse più opportuno continuare la marcia oppure attendere i nuovi soldatii che risultava stessero arrivando dalla Macedonia; Parmenione non riteneva altro luogo più adatto di questo per la battaglia: infatti lì le truppe di entrambi i re sarebbero state pari come numero, poiché la ristrettezza del luogo non poteva contenere una moltitudine di soldati. Essi dovevano evitare la pianura e il campo aperto, dove potevano esser circondati ed assaliti da schiere su fronti opposti: egli temeva la sconfitta non grazie al valore dei nemici, ma a causa della propria stanchezza: le truppe fresche persiane avrebbero facilmente vinto, se avessero potuto combattere in campo aperto. Queste considerazioni così sagge furono immediatamente accolte e così Alessandro decise di affrontare il nemico tra le balze e le strettoie.