I DOVERI DI UN UOMO DI STATO cicerone versione latino

Messaggioda sweetgirl » 4 dic 2009, 20:07

Allora mi servirebbero gentilmente 2 versioni:
- di greco: L'ESSERE POVERI HA I SUOI VANTAGGI di Senofonte, dal libro kata logon, pag 133 n 47, inizia con TODE MEN e finisce con DOULOS EN
- di latino: I DOVERI DI UN UOMO DI STATO di Cicerone, inizia con QUI REI PUBLICAE PRAEFUTURI e finisce con QUAM DESERAT ILLAS
grazie in anticipo!!!

sweetgirl

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Messaggioda giada » 5 dic 2009, 18:29

greco rimosso dall'admin




latino ho questa:

Qui rei publicae praefuturi sunt, duo Platonis praecepta teneant: unum, ut utilitatem civium tueantur obliti commodorum quorum, alterum, ut totum corpus rei publicae curent, ne, dum pertem aliquam tuentur, reliquas deserant. Procuratio enim rei publicae ad eorum utilitatem, qui commissi sunt, non ad eorum, quibus commissa est, gerenda est. Qui autem parti civium consulunt, partem neglegunt, rem perniciosissimam in civitatem inducunt, seditionem atque discordiam. Gravis set fortis civis travet se totum rei publicae, omnino iustitiae honestatique adhaerescent. Nec vero audiendi sunt qui graviter inimicis irascendum putabunt, idque magnanimi et fortes viri esse censebunt; nihil enim laudabilius placabilitate atque clementia. In liberis vero populis exercenda etiam est facilitas et altitudo animi, ne, si irascamur aut intempestive accedentibus aut impudenter rogantibus, in morositatem inutilem et odiosam incidamus. Iracundia vero omnibus in rebus repudianda est optandumque ut ii, qui praesunt rei publicae, legum similes sint, quae ad puniendum non iracundia, sed aequitate ducuntur.

Quelli che si accingono a governare lo Stato, osservino le due norme di Platone: la prima, curino l’utile dei cittadini, dimentichi dei propri interessi, l’altra, provvedano a tutto il complesso dello stato, affinché, mentre curanouna parte, non trascurino le altre. Infatti l’amministrazione dello stato deve essere condotta per l’interesse di quelli, che sono stati affidati, non di quelli ai quali è stata affidata. Quelli poi che provvedono ad una parte dei cittadini e non tengono in considerazione un’altra parte, introducono nello stato una cosa molto dannosa, la sedizione e la discordia. Un valoroso e coraggioso cittadino si darà totalmente allo stato, si atterrà del tutto alla giustizia e all’onestà. Non devono essere ascoltati coloro che riterranno che ci si debba sdegnare fieramente con i propri avversari e giudicheranno che ciò sia proprio di un uomo magnanimo e forte ; niente infatti è più lodevole dell’indulgenza e della clemenza .Negli stati liberi senza dubbio deve essere anche esercitata l’indulgenza e la grandezza d’animo, affinché, se ci adirassimo contro persone che ci vengono a trovare inopportunamente o che ci pregano con petulanza, non siamo tacciati di inutile e odiosa intrattabilità. Senza dubbio l’irascibilità deve essere respinta in tutte le situazioni e bisogna augurarsi che quelli che governano lo stato siano simili alle leggi che sono indotte a punire non dall’ira ma dalla giustizia.
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