Tu vero etiam ad priores revertere, qui vacant; adiuvare nos possunt non tantum qui sunt, sed qui fuerunt. Ex his autem qui sunt eligamus non eos qui verba magna celeritate praecipitant et communes locos volvunt et in privato circulantur, sed eos qui vita docent, qui cum dixerunt quid faciendum sit probant faciendo, qui docent quid vitandum sit nec umquam in eo quod fugiendum dixerunt deprehenduntur; eum elige adiutorem quem magis admireris cum videris quam cum audieris. Nec ideo te prohibuerim hos quoque audire quibus admittere populum ac disserere consuetudo est, si modo hoc proposito in turbam prodeunt, ut meliores fiant faciantque meliores, si non ambitionis hoc causa exercent. Quid enim turpius philosophia captante clamores? numquid aeger laudat medicum secantem? Tacete, favete et praebete vos curationi; etiam si exclamaveritis, non aliter audiam quam si ad tactum vitiorum vestrorum ingemescatis.
Ricorri agli uomini che ci hanno preceduti: sono disponibili; non solo i vivi, ma anche i morti possono aiutarci. Tra i vivi, però scegliamo non quelli che parlano a rotta di collo ripetendo luoghi comuni e anche in privato discorrono come ciarlatani, ma quelli che insegnano con la loro stessa vita, che ci dicono che cosa dobbiamo fare e lo dimostrano con i fatti, che ci indicano cosa bisogna evitare e non vengono mai sorpresi a compiere le azioni che ci avevano esortato a fuggire; scegli come guida un uomo di cui ammiri più gli atti che le parole. Non ti proibirei nemmeno di ascoltare chi ha l'abitudine di raccogliere la folla intorno a sé e di dissertare, purché si mostri in pubblico col proposito di migliorare se stesso e gli altri e non agisca per ambizione. Non c'è niente di più vergognoso della filosofia che va in cerca di applausi. L'ammalato può forse lodare il medico che lo opera? Tacete e sottoponetevi di buon grado alla cura; anche se griderete la vostra approvazione, vi ascolterò come se gemeste perché tasto le vostre magagne.