Hippias, regno pulsus, profectus in Persas, ducem se, Dareo inferenti Atheninsibus bellum, adversus patriam suam offert. Igitur Athenienses, audito Darei adventu, auxilium a Lacedaemoniis, socia tum civitate, petiverunt; quos ut viderunt quadridui teneri religione non exspectato auxilio, instructis decem milibus civium et Plataeensibus auxiliaribus mille, adversus sexcenta milia hostium in campis Marathoniis in proelium egrediuntur. Miltiades et dux belli erat et auctor non exspectandi auxilii; quem(=et eum) tanta fiducia ceperat, ut plus praesidii in celeritate, quam in sociis duceret. Magna igitur in pugnam euntibus animorum alacritas fuit, adeo ut, cum mille passus inter duas acies essent, citato cursu, ante iactum sagittarum ad hostem venerint.
Ippia, spodestato , avendo riparato in Persia, s’offre , a Dario – pronto a sferrar l’attacco ad Atene – quale condottiero contro la propria patria. Quindi, gli Ateniesi, avuta notizia dell’arrivo di Dario, chiesero aiuto agli Spartani, a quel tempo popolo (loro) alleato. Ma visto ch’essi indugiavano per (ben) quattro giorni adducendo pretesti religiosi , senza attendere alcun aiuto (gli Ateniesi) allestiscono un esercito di 10mila uomini e mille ausiliari di Platea, e si dispongono [propr. escono] a combattere nella piana di Maratona contro 600mila nemici. Milziade era sia il condottiero, sia colui che sosteneva di non attendere (più) aiuti (da altri popoli). Lo aveva preso una tal fiducia , ch’egli stimava fosse più efficace puntare sulla celerità (delle manovre) che non ne(lla speranza di aiuti da parte de)gli avversari. Grande, dunque, fu lo spirito combattivo di coloro che si accingevano alla battaglia [euntibus in pugnam; , al punto che , benché tra i due schieramenti ci fosse la distanza di un miglio, essi si gettarono sul nemico tempestivamente , anticipando lo scoccare delle frecce (da parte avversa).