
P.Scipio Nasica togatae potentiae clarissimum lumen, cum aedilitatem curulem adulescens peteret manumque cuiusdam rustico opere duratam more candidatorum tenacius adprehendisset, ioci gratia interrogavit eum num manibus solitus esset ambulare. Quod dictum, e circumstantibus exceptum, ad populum manavit causamque repulsae Scipioni attulit: omnes namque rusticae tribus, paupertatem sibi ab eo exprobratam iudicantes, iram suam adversum contumeliosam eius urbanitatem destrinxerunt. Igitur civitas nostra nobilium iuvenum ingenia ab insolentia revocando magnos et utiles cives fecit honoribusque, non patiendo eos a scurris peti, debitum auctoritatis pondus adiecit.
Publio Scipione Nasica, il più fulgido esempio del potere politico togato, essendo candidato, da giovane, alla carica di edile curule, e, secondo l'uso dei candidati, avendo afferrato troppo fortemente la mano di un tale, indurita dal lavoro agricolo, per scherzo gli chiese se fosse solito camminare con le mani. Ma queste parole, udite da coloro che erano attorno, si diffusero e "portarono a Scipione la causa dell'insuccesso: e infatti tutte le tribù rustiche, giudicando che la povertà fosse loro stata rinfacciata da lui, rivolsero la loro ira contro il suo modo oltraggioso di essere spiritoso. Perciò la nostra città, dissuadendo le menti dei giovani nobili dall’arroganza, rese grandi e utili i cittadini, e aggiunse il peso dovuto dell’autorità alle cariche pubbliche, non sopportando che ad esse vi aspirassero i buffoni.