Nam profecto memoria tenetis Cotta et Torquato consulibus complures in Capitolio res de caelo esse percussas, cum et simulacra deorum depulsa sunt et statuae veterum hominum deiectae et legum aera liquefacta et tactus etiam ille, qui hanc urbem condidit, Romulus, quem inauratum in Capitolio parvum atque lactantem uberibus lupinis inhiantem fuisse meministis. Quo quidem tempore cum haruspices ex tota Etruria convenissent, caedes atque incendia et legum interitnm et bellum civile ac domesticum et totius urbis atque imperii oecasum adpropinquare dixerunt, nisi di inmortales omni ratione placati suo numine prope fata ipsa flexissent Itaque illorum responsis tum et ludi per decem dies facti sunt, neque res ulla, quae ad placandos deos pertineret, praetermissa est. Idemque iusserunt simulacrum Iovis facere maius et in excelso conlocare et contra, atque antea fuerat, ad orientem convertere
Ricordate sicuramente che, durante il consolato di Cotta e di Torquato, alcuni fulmini hanno colpito vari monumenti sul Campidoglio, le immagini degli dèi sono state rovesciate, le statue degli antichi eroi abbattute, le tavole bronzee delle leggi fuse ed è stata danneggiata, sul Campidoglio, anche la stuata d'oro del fondatore della nostra città, Romolo, che, come rammentate, è raffigurato bambino mentre tende le labbra alle mammelle della lupa. In quell'occasione gli aruspici, fatti venire dall'intera Etruria, ci dissero che stavano per verificarsi stragi, incendi, la fine delle leggi, una guerra civile, la caduta di Roma e dell'impero, a meno che gli dèi immortali, placati in ogni modo, non avessero interceduto a piegare con la loro potenza quasi il destino stesso.
In seguito alle loro profezie, abbiamo celebrato giochi per dieci giorni senza trascurare niente che potesse placare gli dei. Gli aruspici ci consigliarono anche di costruire una statua di Giove di dimensioni maggiori e di collocarla in alto e, contrariamente al passato, di volgerla a oriente