Presa di Avarico - versione latino di Cesare

Messaggioda Fuwari » 20 gen 2010, 10:33

Latino:

Presa di Avarico (Cesare)
"Hostes re nova perterriti ... vulgi seditio oreretur."

Fuwari

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Risposte:

Messaggioda jenny24 » 20 gen 2010, 10:44

ciao....sto cercando le tue versioni....purtroppo non abbiamo lo stesso libro... se mi mandi il testo di qualcuna cerco di fartele nel frattempo :wink:

jenny24

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Messaggioda giada » 20 gen 2010, 11:24

ne guardo una ad una dammi tempo....

la prima

Hostes re nova perterriti muro turribusque deiecti in foro ac locis patentioribus cuneatim constiterunt, hoc animo ut si qua ex parte obviam contra veniretur acie instructa depugnarent. Vbi neminem in aequum locum sese demittere, sed toto undique muro circumfundi viderunt, veriti ne omnino spes fugae tolleretur, abiectis armis ultimas oppidi partes continenti impetu petiverunt, parsque ibi, cum angusto exitu portarum se ipsi premerent, a militibus, pars iam egressa portis ab equitibus est interfecta; nec fuit quisquam, qui praedae studeret. Sic et Cenabi caede et labore operis incitati non aetate confectis, non mulieribus, non infantibus pepercerunt. Denique ex omni numero, qui fuit circiter milium XL, vix DCCC, qui primo clamore audito se ex oppido eiecerunt, incolumes ad Vercingetorigem pervenerunt. Quos ille multa iam nocte silentio ex fuga excepit, veritus ne qua in castris ex eorum concursu et misericordia vulgi seditio oreretur

I nemici, atterriti dall'attacco improvviso, furono scacciati dalle mura e dalle torri. Si attestarono nel foro e nelle zone più aperte, disponendosi a cuneo, decisi ad affrontare in uno scontro regolare i nostri, se fossero venuti avanti. Quando videro che nessuno scendeva in campo aperto (anzi, i nostri li circondavano lungo tutto il muro di cinta), temendo di perdere ogni via di scampo, gettarono le armi e si slanciarono verso le parti estreme della città, senza mai fermarsi. Qui, chi si accalcava per via delle porte strette, venne ucciso dai legionari; gli altri, già usciti, furono massacrati dai cavalieri. Ma nessuno dei nostri pensò al bottino. Aizzati dalla strage di Cenabo e dalla fatica dell'assedio, non risparmiarono né i vecchi, né le donne, né i bambini. Insomma, del numero totale dei nemici, circa quarantamila, appena ottocento, che ai primi clamori fuggirono dalla città, raggiunsero salvi Vercingetorige. Costui li accolse a notte fonda, in silenzio, perché temeva che il loro arrivo al campo e la compassione della folla provocassero una sedizione


oppure quella esatta dal libro LAT BLU

da Lat blu pag. 272 n.2



i nemici atterriti dal nuovo attacco scacciati dal muro e dalle torri si stabilirono nella piazza e in luoghi più aperti a forma di cuneo con questa intenzione di combattere con l'esercito ordinato se da qualche parte ci fosse stato un attacco contro. Quando videro che nessuno scendeva in pianura ma che erano circondati da tutte le parti tutto intorno al muro, temendo che fosse tolta loro completamente la speranza di fuga, gettate le armi, si diressero verso le estreme parti della città con un solo slancio, e una parte li spingendo se stessi per lo stretto passaggio delle porte fu uccisa dai soldati, una parte già uscita dalle porte dai cavalieri. E non ci fu nessuno che aspirasse al bottino e così spinti dalla strage della città di cenabo e dalla fatica del lavoro non risparmiarono ne vecchi ne donne ne bambini.E infine da tutto quel numero che fu circa 40 mila, appena 800 che, sentito il primo clamore,erano fuggiti dalla città, giunsero incolumi da vercingetorige. Quello già a notte inoltrata in silenzio accolse questi alla fuga, tenendo che negli accampamenti sorgesse per l'arrivo una qualche rappresaglia e pietà del popolo.

giada

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