Neque solum haec ipse debebit docere praeceptor, sed frequenter interrogare discipulos quorum iudicium experiatur. Sic audientibus securitas aberit nec quae dicentur superfluent aures, simulque ad id perducentur, quod ex hoc quaeritur, ut inveniant ipsi et intelligant. Nam quid aliud agimus docendo eos, quam ne semper docendi sint? Hoc diligentiae genus ausim dicere plus collaturum esse discentibus quam omnes omnium artes, quae iuvant sine dubio multum; sed latiore quadam comprehensione per omnes quidem species rerum cotidie paene nascentium ire qui possunt? sicut de re militari, quamquam sunt tradita quaedam praecepta communia, magis tamen proderit scire qua ducum quisque ratione, in quali re, tempore, loco, sapienter usus sit aut contra. Nam in omnibus fere minus valent praecepta quam experimenta.
E non solo lo stesso docente dovrà insegnare queste cose, ma anche interrogare frequentemente gli studenti per sperimentare il loro senso critico. Così l' apatia sarà lontana da coloro che ascolteranno nè quelle cose che saranno detto sfuggiranno alle orecchie, e nello stesso tempo sarannò guidati a quel risultato, che si chiede a lui cioè di scoprire e capire essi stessi. Infatti a cos’altro miriamo insegnando loro, se non che non siano sempre da istruire? Questo metodo di insegnamento oserei dire sarà più utile agli scolari che tutti i metodi di tutti , che senza dubbio aiutano molto; ma con una conoscenza troppo generica come possono scendere a tutti gli aspetti particolari delle cose che quasi ogni giorno nascono? Come riguardo all'arte della guerra sebbene siano stati tramandati certi principi generali, tuttavia sarà più utile sapere di quale strategia abbia fatto uso ciascuno dei comandanti, in quale situazione, tempo, luogo,saggiamente o no. Infatti in quasi tutte le cose sono meno utili gli insegnamenti che le esperienze.