I semplici bagni degli antichi da Seneca versione latino

Messaggioda ely_94 » 7 feb 2010, 11:39

Salve avrei bisogno della versione di latino "I semplici bagni degli antichi" da Seneca.. del libro "Lingua magistra 2" =)

Inizio: Scipionis villam vidi extructam lapide quadrato,murum circum silvam turres quoque in propugnaculum villae utrimque.....

Fine: In hoc Scipionis balneo minimae sunt rimae magis quam fenestrae,muro lapideo exsectae;antiquis enim fenestrarum munus hoc esse videbatur:sine iniuria munimenti lumen admittere.


Grazie tante!

ely_94

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Messaggioda giada » 7 feb 2010, 14:13

Ricavala da questo passo originale bye

Vidi villam extructam lapide quadrato, murum circumdatum silvae, turres quoque in propugnaculum villae utrimque subrectas, cisternam aedificiis ac viridibus subditam quae sufficere in usum vel exercitus posset, balneolum angustum, tenebricosum ex consuetudine antiqua: non videbatur maioribus nostris caldum nisi obscurum. [5] Magna ergo me voluptas subiit contemplantem mores Scipionis ac nostros: in hoc angulo ille 'Carthaginis horror', cui Roma debet quod tantum semel capta est, abluebat corpus laboribus rusticis fessum. Exercebat enim opere se terramque (ut mos fuit priscis) ipse subigebat. Sub hoc ille tecto tam sordido stetit, hoc illum pavimentum tam vile sustinuit: at nunc quis est qui sic lavari sustineat? [6] Pauper sibi videtur ac sordidus nisi parietes magnis et pretiosis orbibus refulserunt, nisi Alexandrina marmora Numidicis crustis distincta sunt, nisi illis undique operosa et in picturae modum variata circumlitio praetexitur, nisi vitro absconditur camera, nisi Thasius lapis, quondam rarum in aliquo spectaculum templo, piscinas nostras circumdedit, in quas multa sudatione corpora exsaniata demittimus, nisi aquam argentea epitonia fuderunt. [7] Et adhuc plebeias fistulas loquor: quid cum ad balnea libertinorum pervenero? Quantum statuarum, quantum columnarum est nihil sustinentium sed in ornamentum positarum impensae causa! quantum aquarum per gradus cum fragore labentium! Eo deliciarum pervenimus ut nisi gemmas calcare nolimus.



Ho visto la villa costruita con massi quadrati, il muro che delimita il bosco, e anche le torri edificate a difesa della casa su i due lati, la cisterna, nascosta da fabbricati e piante, che potrebbe bastare persino al fabbisogno di un esercito, il bagno angusto e buio secondo le abitudini antiche: per i nostri antenati non era caldo, se non era oscuro. 5 Ho provato un grande piacere a confrontare i costumi di Scipione e i nostri: in questo cantuccio "il terrore di Cartagine", a cui Roma è debitrice di essere stata invasa una sola volta, lavava via la stanchezza della fatica nei campi. Si dedicava ai lavori agricoli e vangava la terra di sua mano, come era costume degli antichi. Abitò sotto questo tetto così squallido e calpestò questo pavimento tanto rustico: ma adesso chi sopporterebbe di fare il bagno in questo modo? 6 Ci sembra di essere poveri e meschini se le pareti non risplendono di grandi e preziosi specchi, se i marmi alessandrini non sono adornati di rivestimenti numidici e la vernice, data con perizia e varia come un dipinto, non li ricopre da ogni parte, se il soffitto non è rivestito di vetro, se il marmo di Taso, che un tempo si ammirava, e di rado, in qualche tempio, non circonda le vasche, in cui immergiamo il corpo snervato dall'abbondante sudorazione, se l'acqua non sgorga da rubinetti d'argento. 7 E ancora parlo di bagni plebei: che dovrei dire arrivando ai bagni dei liberti? Quante statue, quante colonne che non sostengono niente, ma sono solo un elemento ornamentale e una dimostrazione della spesa sostenuta! Che volume d'acqua viene giù fragorosamente dai gradini. Siamo arrivati a un lusso tale che vogliamo avere sotto i piedi solo pietre preziose.

8 In questo bagno di Scipione più che finestre ci sono delle piccolissime feritoie praticate nel muro di pietra, perché la luce entri senza compromettere la solidità della casa: ma ora dicono che i bagni sono pieni di scarafaggi, se non sono fatti in modo da ricevere il sole tutto il giorno da finestre grandissime, se non ci si lava e ci si abbronza nello stesso tempo, se dalla vasca non si vedono la campagna e il mare. Perciò quei bagni che all'inaugurazione furono ammirati da un concorso di folla, sono ora relegati tra le cose vecchie: il lusso ha escogitato altre novità con cui superare se stesso. 9 Ma un tempo i bagni erano pochi e disadorni: perché si sarebbero dovuti abbellire edifici di scarso valore, destinati all'uso e non al piacere? L'acqua non sgorgava dal basso e non scorreva sempre nuova come da una fonte calda: per lavarsi dalla sporcizia secondo loro non aveva importanza che l'acqua fosse trasparente. 10 Ma, buon dio, come sarebbe bello entrare in quei bagni bui e ricoperti di intonaco da due soldi, sapendoli preparati per te dalle mani di un edile come Catone o Fabio Massimo o qualcuno dei Corneli! Quei nobilissimi edili avevano anche il compito di entrare nei locali destinati al popolo e di controllarne la pulizia e la temperatura, che doveva essere giusta e sana, non come quella escogitata ora, calda come un incendio, tanto da essere buona per scorticare vivo un servo colto in flagrante. Mi sembra che ormai non ci sia differenza tra un bagno caldo e uno bollente. 11 Di quanta rozzezza alcuni accusano oggi Scipione perché nel suo bagno non penetrava la luce da ampie finestre, perché non si cuoceva al sole e non aspettava di digerire in bagno! Sventurato! Non sapeva vivere. L'acqua con cui si lavava non era filtrata, anzi spesso era torbida e quando pioveva con più violenza, era quasi fangosa. E non gli importava molto di lavarsi in questo modo; andava a detergersi il sudore, non gli oli profumati. 12 Cosa pensi che dirà ora qualcuno? "Non invidio Scipione: è davvero vissuto in esilio uno che si lavava così." Anzi, se vuoi saperlo, non si lavava neppure tutti i giorni; secondo il racconto degli scrittori che ci hanno tramandato i costumi arcaici di Roma, i nostri antenati si lavavano le braccia e le gambe tutti i giorni, perché ovviamente lavorando si insudiciavano, mentre il resto del corpo se lo lavavano una volta alla settimana. Qualcuno a questo punto dirà: "È chiaro che erano molto sporchi." Secondo te che odore avevano? Di guerra, di fatica, di uomo. Dopo l'invenzione di questi bagni eleganti, c'è gente più sudicia. 13 Che cosa dice Orazio Flacco per ritrarre un uomo screditato e noto per la sua sfrenata lussuria?
Buccillo odora di pastiglie profumate.
Immagina un Buccillo di ora: si direbbe che puzza di caprone e lo si metterebbe al posto di quel Gargonio che lo stesso Orazio contrappone a Buccillo. È poco passarsi l'unguento una sola volta, bisogna ripetere l'operazione due o tre volte al giorno, perché non svanisca il profumo. E poi si vantano di questo odore come se fosse il loro!
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