Alcibiades virtutibus et vitiis omnes aequales superavit. Admodum puer, cum adversarii manum in certamine momordisset atque hic dixisset: «Mordes ut mulieres», «Immo,» inquit «ut leones!» Vir acri ingenio praeditus ad summos magistratus vocatus est belloque interfuit quod Athenienses cum Syracusanis gesserunt; sed, violate religionis accusatus, civitatis imperio parere noluit atque ad Lacedaemonis profugit. Apud quos cum in suspicionem venisset, in Asiam transit ad Tissaphernem. Ab exsilio deinde revocatus, Lacedaemonis, antea victores, pugna navali ad Cyzicum devicit. Mox tamen, aliquot proeliis infeliciter gestis, sponte apud Pharnabazum satrapen exsulavit. Hic vero, minis Atheniensium perterritus, misit nunnullos huomines qui Alcibiadem interimerent. Quem cum ferro aggredi non auderent, noctu ligna contulerunt circa eam domum in qua quiescebat, eaque succenderunt, ut
hominem incendio conficerent.
Alcibiade superò tutti i contemporanei nei vizi e nelle virtù. Quando era solo un giovinetto dato che aveva morso la mano ad un avversario in una lotta e questo aveva detto: «tu mordi come le donne», disse « (io mordo) al contrario come i leoni!» . Uomo dotato di ingegno acuto, fu chiamato alle cariche civili piu` alte e prese parte alla guerra che gli Ateniesi fecero a Siracusa; ma, accusato di sacrilegio, non volle obbedire all'ordine dei cittadini e fuggì a Sparta Poiche' era incorso in sospetti presso di loro passò in Asia da Tissaferne. Richiamato quindi dall'esilio, vinse completamente gli Spartani, prima vincitori, nella battaglia navale a Cizico. Poco dopo tuttavia, combattute alcune battaglie con esito sfavorevole, si esilio` spontaneamente dal satrapo Parnabazo. Costui in verità, spaventato dalle minaccie degli Ateniesi, mandò alcuni uomini ad uccidere Alcibiade. Poiché non osavano aggredirlo con la spada, di notte portarono la legna intorno a quella casa nella quale riposava, e la incendiarono, per uccidere con un incendio l'uomo