da GIORDYJOY93 » 3 mar 2010, 16:31
Cum Romani incursionibus Veientium vexarentur Fabia gens senatum adiit. ... Unus omnino superfuit ex ea gente, qui, propter aetatem impuberem, domi relictus fuerat. (lhomond)
Gneo Nevio, Latino di stirpe, di animo e intelletto davvero Romano, nacque in una città della Campania che non conosciamo. Dopo che prestò servizio militare nella prima guerra punica, andò a Roma, e lì Livio Andronico li insegnò letteratura. Si dice che vennero tradotte da lui dalla lingua greca a quella latina dapprima le tragedie poi anche le commedie, che vennero scritte alcune da vicende di Romani. Seguendo le orme di Livio Andronico, non trascurò neppure il poema epico, cominciò a comporre per primo in versi saturni un poema della patria, che sarà intitolata 'Guerra Punica'. Ma poiché aveva un'indole severa e mordace, emulò gli scrittori della commedia attica, che chiamiamo vecchia, e non si vergognò di parlare male di quelli che valevano fra i Romani per grandissimo prestigio con parole tanto aspre da farlo andare in prigione. E per queste cose, non appena annunciò che si era pentito dei suoi scritti, venne liberato grazie a una mozione dei tribuni della plebe, ma venne condannato all'esilio per tutta la sua vita