Nunc non omittendum puto quin narrem qua frude Semoramis usa sit ut regina sola Babylone fieret. Cum maritus eam infrenato ardore amaret, numquam recusabat quin ei donaret quod peteret. Sed illa semper maiora gravioraque, petebat, non dubitans quin rex omnia donaturus esset, neque ullum impedimentum erat quin semper nova peteret. Quondam, cum dubitaret quiddam petere, rex eam hortatus est ut libere peteret:se id concessurum esse. Qua optavit ut uno die in solio regis sederet cum regia potestate et omnes sibi parerent. Cum rex diu dubitassent, quia timebat ne sibi hoc fraudi esset, tandem caecus amor impedivit quominus precibus uxoris resisteret. Imperavit igitur ne quis statuta die recusaret quin ei, tamquam regi, pareret. Tunc Semiramis, cum in solio consedisset, primum levia imperavit, sed mox non dubitavit imperare ut rex necaretur
Ritengo che non si possa trascurale quale inganno (di cui) Semiramide si servì per diventare l'unica regina di Babilonia. Poichè il marito l'amava con una passione sfrenava, non rifiutava di darle ciò che richiedeva. Ma lei domandava sempre cose maggiori (di più) e più difficili, non dubitando che il re le avrebbe dato tutto (darebbe) e non vi era impedimento alcuno che non chiedesse sempre nuove cose. Un giorno, : esitando a domandare una cosa (qualcosa), il re la incitò a chiedere liberamente: lo avrebbe (a lei) concesso. Dunque Lei desiderò che un giorno sedesse sul trono del re con potere regale e che tutti la servissero. Dopo aver riflettuto a lungo il re, poichè temeva che ciò fosse per lui un inganno, alla fine l'amore cieco l(non gli) impedì di resistere alle preghiere di sua moglie. Dunque ordinò che nessuno il giorno stabilito rifiutasse di ubbidirle, quasi come al re. Allora Semiramide,dopo essersii seduta sul trono, ordinò cose leggere, ma presto non esitò a comandare che il re fosse ucciso.