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Nunc quae ratio terrai motus excitet percipe. In primis fac ut rearis terram esse subter plenam ventosis speluncis multosque lacus multasque lacunas gerere in gremio suo et rupes deruptaque saxa. Etiam putandum est multa flumina sub tergo terrai volvere fluctus submersa. His igitur rebus suppositis terra superne tremit magnis concussa ruinis, ubi subter aetas subruit ingentes speluncas: nam cadunt toti montes magnoque concussu inde disserpunt late tremores. Sic tecta apud viam, concussa plaustris, tota tremunt pondere, nec minus res exultant si utrimque asperitas viae succutit rotas ferratas. Idem fit cum e terra ingens gleba vetustate provolvitur in magnas vastaque lacunas: tunc terra quoque vacillans iactatur aquae flucto. Item vas interdum non quit constare, nisi umor imus non destitit iactar
Ora ascolta qual causa produca i terremoti.Anzitutto pensa che la terra, sotto il suolo
così come sopra, è piena ovunque di spelonche ventose, e racchiude in seno molti laghi e molti stagni e rocce e massi dirupati, e bisogna ritenere che molti fiumi nascosti sotto il dorso terrestre travolgano con violenza le onde e i macigni sommersi Infatti la realtà stessa postula che la terra sia ovunque uguale a se stessa. Dunque per tutti questi elementi sotterranei la terra in superficie trema scossa dai grandi crolli, quando sottoterra il tempo distrugge le grandi caverne: infatti con una grande scossa crollano tutti i monti, dopo ciò si diffondono i tremori per un grande territorio. Così i tetti lungo la via, scossi dai carri, tremano tutti per la forza, ne i carichi si scuotono di meno se da entrambe le parti l’irregolarità della via fa sobbalzare le ruote ferrate. Lo stesso accade quando dalla terra una grande frana si getta in grandi e ampie paludia causa del passare del tempo, allora anche la terra tremando è scossa dall’ondata d’acqua. Allo stesso modo talvolta un vaso non è capace di rimanere fermo se il liquido più basso non smette di oscillare.