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comunque ecco a te

bello punico secundo classis atque legiones romanorum ad lilybaeum accesserant, siciliae promunturium.ipse scipio, qui militias ducebat,hanc precationem peregit:"dii atque deae, qui in maribus et terris habitatis, vos oro ut res et mihi, et populo romano, et nostris sociis et gentibus latinis secunde sint.vos rogo ut domum incolumes redeant hi milites, qui sub meo imperio militant. triumphum mihi concedite ex his gentibus barbaris quae nostros agros invaserunt atque domos, templa, messes deleverunt in sicilia et in multis italiae regionibus. vestro assensu carthaginienses puniemus iisdem(con le medesime)caedibus quas in italia fecerunt.ne impii essemus, veniam donavimus omnibus qui eam petiverant".post haec verba scipio hostiam immolavit atque classi discessus signum dedit.
Durante la seconda guerra punica la flotta (navale) avevano raggiunto Lilibeo, promontorio della Sicilia. Scipione stesso, che conduceva le milizie, proclamò (rappresentò) questa preghiera: " O dei e dee che abitate nei mari e nelle terre, io vi prego affinchè le imprese siano favorevoli a me, al popolo romano, ai nostri alleati, alle genti latine, vi prego affinchè questi soldati che militano sotto il mio comando, ritornino a casa incolumi. Concedetemi il trionfo, tra queste genti barbare che hanno invaso i nostri territori e (che) hanno distrutto le case, i tempi, i raccolti in Sicilia e in molte altre regioni d'Italia. Con la vostra approvazione puniremo i Cartaginesi con le medesime stragi che (essi) fecero in Italia. Per non diventare (troppo) spietati noi offriamo il perdono a tutti quelli che questo (il perdono) avevano supplicato". Dopo queste parole Scipione immolò una vittima e allontanatosi con la flotta diede il segnale