da giada » 12 apr 2010, 14:09
Lucius Aemilius Paulus consul cum Perseo, Philippi filio et Macedonum rege, apud Pydnam dimicavit vicitque eum et viginti milia peditum et octingentos socios occidit. Equitatus contra cum rege integer fuit. Romanorum centum milites amissi sunt. Urbes Macedoniae omnes, quas rex tenuerat, Romanis sua sponte se dediderunt: rex ipse, cum desereretur ab amicis et de rebus suis desperaret, venit in Pauli potestatem. Sed honorem ei consul, non velut victo, praebuit. Nam volentem ad pedes sibi cadere supplicam more manu sustulit et iuxta se in sella collocavit. Macedonibus et Illyriis hae leges a Pomanis datae sunt: ut liberi essentet dimidium pristinorum tributorum solverent ut apparereret populum Romanum pro aequitate magis quam pro avaritia dimicare. Itaque in conventu infinitiorum populorum Aemilius Paulus hoc per praeconem pronuntiavit et legationibus multorum gentium, quae ed eum venerant, convivium magneficentisimum adparari iussit, dicens eiusdem hominis esse et bello hostes vincere et convivii adparatu elegantem esse.
Il console Lucio Emilio Paolo lottò presso Pidna con Pompeo, figlio di Filippo e re dei Macedoni, e lo vinse e uccise ventimila dei fanti e ottocento alleati. La cavalleria al contrario con il re rimase illesa. Dei romani sono stati persi cento soldati. Tutte le città della macedonia, che il re aveva tenuto, si consegnarono ai romani spontaneamente.: lo stesso re, essendo stato abbandonato dagli alleati e disperando circa le imprese, cadde sotto il dominio di Paolo. Ma il console gli tributò onore, come se non vinto. Infatti tirò su quello che voleva cadere ai suoi piedi e che supplicava con le mani e lo collocò accanto a sè in sella
Queste leggi vennero date agli illirici e ai macedoni dai romani, affinchè fossero liberi e pagassero parte degli antichi tributi, affichè sembrasse che il popolo romano lottava più per giustizia che per avarizia. Così nella riunione dei popoli confinanti Lucio Emilio Paolo pronunciò questo attraverso un araldo e alle legazioni dei molti popoli, che erano giunti da lui, ordinò che fosse preparato un magnifico banchetto, dicendo che è dello stesso uomo vincere i nemici in guerra e essere elegante nella preparazione del banchetto.