Valitudo ei neque corporis neque animi constitit. Puer comitiali morbo uexatus, in adulescentia ita patiens laborum erat, ut tamen nonnumquam subita defectione ingredi, stare, colligere semet ac sufferre uix posset. mentis ualitudinem et ipse senserat ac subinde de secessu deque purgando cerebro cogitauit. Creditur potionatus a Caesonia uxore amatorio quidem medicamento, sed quod in furorem uerterit. Incitabatur insomnio maxime; neque enim plus quam tribus nocturnis horis quiescebat ac ne iis quidem placida quiete, sed pauida miris rerum imaginibus, ut qui inter ceteras pelagi quondam speciem conloquentem secum uidere uisus sit. Ideoque magna parte noctis uigiliae cubandique taedio nunc toro residens, nunc per longissimas porticus uagus inuocare identidem atque expectare lucem consuerat.Non inmerito mentis ualitudini attribuerim diuersissima in eodem uitia, summam confidentiam et contra nimium metum
La sua salute non fu ben equilibrata né fisicamente né psichicamente. Soggetto ad attacchi di epilessia durante la sua infanzia, divenuto adolescente, era abbastanza resistente alle fatiche, ma qualche volta, colto da un'improvvisa debolezza, poteva a mala pena camminare, stare in piedi, riprendersi e sostenersi. Lui stesso si era accorto del suo disordine mentale e più di una volta progettò di ritirarsi per snebbiarsi il cervello. Si crede che sua moglie Cesonia gli fece bere un filtro d'amore, ma che ciò lo rese pazzo. Soffriva soprattutto di insonnia e non riusciva a dormire più di tre ore per notte e nemmeno in tranquillità, perché era turbato da visioni strane. Una volta, tra le altre, gli sembrò di trovarsi a colloquio con lo spettro del mare. Così, generalmente, per buona parte della notte, stanco di vegliare o di stare sdraiato, ora si metteva seduto sul suo letto, ora vagava per gli immensi portici, attendendo e invocando il giorno.Si potrebbe giustamente attribuire al suo disordine mentale il fatto che in lui si unissero due vizi completamente opposti, da urla parte un'estrema insolenza e dall'altra una paura eccessiva