versione pompeo di valerio massimo

Messaggioda neretinodoc » 6 mag 2010, 15:34

avete questa versione da la lingua dei romani 2 pg 129 n'1?
grazie

neretinodoc

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Messaggioda neretinodoc » 6 mag 2010, 15:41

vi prego è urgente..."Pompeo" di Valerio Massimo :cry:

neretinodoc

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Messaggioda giada » 6 mag 2010, 17:07

devi mettere sempre inizio e fine in latino

giada

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Messaggioda neretinodoc » 6 mag 2010, 17:10

cnei pompeii magnitudo multorum...cum omne cives iure haberet pares.

neretinodoc

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Messaggioda neretinodoc » 6 mag 2010, 17:13

giada li ho inseriri ti prego dammi una mano è davvero difficile non ce la faccio solo e domani mi interrogano sicuramente

neretinodoc

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Messaggioda giada » 6 mag 2010, 17:14

ecco a te bye

cnei pompeii magnitudo multorum voluminum instar exigit, sed operis modus paucis eum narrari iubet. Fuit hic genitus matre Lucilia stirpis senatoriae, forma excellens, non ea, qua flos commendatur aetatis, sed ea dignitate constantiaque, quae in illam conveniens arnplitudinem fortunamque eum ad ultimum vitae comitata est diem; innocentia eximius, sanctitate praecipuus, eloquentia medius, potentiae, quae honoris causa ad eum deferretur, non vi ab eo occuparetur, cupidissimus, dux bello peritissimus, civis in toga, nisi ubi vereretur ne quem haberet paxem, modestissimus, amicitiarum tenax, in offensis exorabilis, in reconcilianda gratia fidelissimus, in accipienda satisfactione facillimus, potentia sua numquam aut raro ad impotentiam usus, paene omnium vitiorum expers, nisi numeraretur inter maxima. in civitate libera dominaque gentium indignari, cum omnes cives iure haberet pares

La grandezza di Gneo Pompeo richiederebbe la scrittura di molti volumi, ma l`intento della mia opera consente solo di poterne parlare con poche parole. La madre era una Lucilia, di stirpe senatoria, di una bellezza meravigliosa, non del tipo che l`adorna il fiore dell`età, ma di quel tipo che si adorna della dignità e della rettitudine, e che l`accompagnò, con grazia e magnificenza, fino al suo ultimo giorno di vita; lui, poi, ancora si distingueva per l`iinnocenza, che già si segnalava osservanza dei sacri riti, 3 aveva un eloquio nella media, ma era bramoso di potere, che veniva ricercato da lui per mezzo dell`onore ma non veniva arrogato con la violenza; in guerra era un comandante estremamente competente, in toga era un vero cittadino, tranne quando si vergognava di quale passo tenere. Era estremamente moderato, saldo nell`amicizia, sensibile nei confronti degli oppressi, pronto a ristabilire i buoni rapporti perduti e pronto ad accogliere le scuse, abituato ad usare la forza mai senza sortire l`effetto; 4. mancava di ogni vizio almeno di quelli che sono i peggiori. Poiché si riteneva pari a tutti gli altri cittadini, riteneva che bisognasse indignarsi, in una città libera e padrona di tanti popoli, che si guardasse a qualsiasi proprio simile con sguardo sostenuto

giada

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