Institutus est ad philosophiam per Apollonium Chalcedonium, ad scientiam litterarum Graecarum per Sextus Chaeronensem, Plutarchi nepotem, Latinas autem eum litteras Fronto, orator nobilissimus, docuit.Hic cum omnibus Romae aequo iure egit, ad nullam insolentiam elatus est imperii fastigio; liberalitatis promptissimae. Provincias ingenti benignitate et moderatione tractavit. Contra Germanos eo principe res feliciter gestae sunt. Bellum ipse unum gessit Marcomannicum, sed quantum nulla memoria fuit, adeo ut Punicis conferatur. Nam eo gravius est factum, quod universi exercitus Romani perierant. Sub hoc enim tantus casus pestilentiae fuit, ut post victoriam Persicam Romae ac per Italiam provinciasque maxima hominum pars, militum omnes fere copiae languore defecerint
(Marco aurelio) Fueducato alla filosofia grazie a Apollonio Calcedonio, in letteratura Greca grazie a Sesto di Cheronea, nipote di Plutarco, mentre quella latina (gliela) insegnò Frontone, grandissimo oratore. Questo a Roma trattò con tutti con piena uguaglianza di diritti, non fu spinto a nessuna sconvenienza per la grandezza dell'impero; (fu) di una evidentissima benevolenza. Trattò le province con somma benignità e moderazione. (Essendo) egli principe, furono compiute imprese fortunate contro i Germani. In persona diresse la sola guerra Marcomannica, ma la più grave che si ricordi, talchè è paragonata alle Puniche. Giacchè divenne più grave perchè tutti gli eserciti Romani erano periti. Sotto di lui infatti scoppiò sì grande pestilenza che dopo la vittoria persiaca a roma e per l'italia e le province la maggior parte degli uomini e tutte le truppe dei soldati mancarono per il languore