Claudius, secutus Graecos Acilianos libros, P. Africanum in ea fuisse legatione tradit eumque Ephesi conlocutum cum Hannibale, et sermonem unum etiam refert: quaerenti Africano quem fuisse maximum imperatorem Hannibal crederet, respondisse Alexandrum Macedonum regem, quod parua manu innumerabiles exercitus fudisset quod<que> ultimas oras, quas uisere supra spem humanam esset, peragrasset. quaerenti deinde quem secundum poneret, Pyrrhum dixisse: castra metari primum docuisse, ad hoc neminem elegantius loca cepisse, praesidia disposuisse; artem etiam conciliandi sibi homines eam habuisse ut Italicae gentes regis externi quam populi Romani, tam diu principis in ea terra, imperium esse mallent.
Claudio , seguendo i libri greci Aciliani,tramanda che Publio Scipione l’Africano era in quella legazione e che egli a Efeso eparlò con Annibale, e persino riporta una conversazione: all’Africano che chiedeva chi Annibale credesse fosse stato il più grande condottiero, Annibale rispose “il re dei Macedoni Alessandro Magno”, il perche' con un piccolo pugno di uomini aveva messo in fuga innumerevoli eserciti e aveva percorso remotissime regioni, vedere le quali era al di là dell’umana speranza. E poiché gli chiese chi ponesse come secondo, Pirro disse che aveva mostrato per primo come disporre l’accampamento, che a questo proposito nessuno occupò posizioni, dispose presidi con maggiore accorgimento; aveva anche una tale abilità di accattivarsi il favore degli uomini che le genti italiche preferivano essere dominio di un re straniero che del popolo romano, da tanto tempo dominatore in quella terra.