Ecco a te
Ante omnia autem humanissima et clementissima senatus acta referam. qui, cum Karthaginiensium legati ad captivos redimendos in urbem venissent, protinus his nulla pecunia accepta reddidit iuvenes numerum duum milium et septingentorum et xl trium zzz expletissimos rerum tantum hostium exercitum dimissum, tantam pecuniam contemptam, tot Punicis iniuriis veniam datam: ipsos legatos obstipuisse arbitror ac secum dixisse 'o munificentiam gentis Romanae deorum benignitati aequandam! o etiam nostram legationem supra vota felicem! nam quod beneficium numquam dedissemus, accepimus.' Illud quoque non paruum humanitatis senatus indicium est: Syphacem enim, quondam opulentissimum Numidiae regem, captivum in custodia Tiburi mortuum publico funere censuit efferendum, ut vitae dono honorem sepulturae adiceret. consimilique clementia in Perse usus est: nam cum Albae, in quam custodiae causa relegatus erat, decessisset, quaestorem misit, qui eum publico funere efferret, ne regias reliquias iacere inhonoratas pateretur.
Inanzitutto mi riferirò alle mitissime e clementissime azioni del senato che quando arrivarono a Roma ambasciatore cartaginesi per trattare il riscatto dei prigionieri gliene rese subito loro senza compenso alcuno un numero di giovani cha ammontava a 2.743 CHE UN COSì GRANDE ESERCITO NEMICO SIA STATO LASIATO LIBERO, Che tanto denaro sia stato precato, che si sia perdonato a tante puniche offese. Io ritengo che i legati stessi siano rimasti stupiti ed abbiamo detto tra se "O munificenza del popolo romano, degna di essere paragonata alla generosità degli dei!" O nostra ambasceria fortunata al di là di ogni previsione e desiderio se abbiamo ricevuto il favore che noi non avremmo mai fattto!". Prova inon piccola della mitezza del senato si ebbe anche quando esso stabilì che Sisiface un tempo ricchissimo e potentissimo re di numidia morte in cattività a Tivoli fosse onorato di esequie pubbliche, onde aggiungere al dono che egli aveva già fatto della vita anche quello di una sepoltura decorosa. E simile clemenza usò nei confronti di Perseo: infatti quando costui morì ad Alba dove era stato confinato per essere tenuto sotto sorveglianza mandò un questore che provvedesse al funerale a spese dello stato per non lasciare giacere senza onori le spogli di un re