Versione di latino eroismo del centurione Petronio CESARE

Messaggioda abcdef » 26 giu 2010, 10:27

Ciao.. Mi servirebbe la versione eroismo del centurione petronio da cesare che si trova sul libro di latino laboratorio 2 a pagina 52... è la numero 29 ed inizia così:
Caesar,cum iniquo loco pugnari hostiumque augeri copias videret, praemetuens suis,ad T.Sextium legatum,quem minoribus castris praesidio reliquerat,misit ut cohortes ex castris celeriter educeret et sub infimo loco ab dextro latere hostium costitueret.
Grazie in anticipo..=)

abcdef

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Messaggioda giada » 26 giu 2010, 10:39

Caesar, cum iniquo loco pugnari hostiumque augeri copias videret, praemetuens suis ad Titum Sextium legatum, quem minoribus castris praesidio reliquerat, misit, ut cohortes ex castris celeriter educeret et sub infimo colle ab dextro latere hostium constitueret, ut, si nostros loco depulsos vidisset, quo minus libere hostes insequerentur terreret. Ipse paulum ex eo loco cum legione progressus, ubi constiterat, eventum pugnae exspectabat.
Cum acerrime comminus pugnaretur, hostes loco et numero, nostri virtute confiderent, subito sunt Aedui visi ab latere nostris aperto, quos Caesar ab dextra parte alio ascensu manus distinendae causa miserat. Hi similitudine armorum vehementer nostros perterruerunt, ac tametsi dextris humeris exsertis animadvertebantur, quod insigne +pacatum+ esse consuerat, tamen id ipsum sui fallendi causa milites ab hostibus factum existimabant. Eodem tempore Lucius Fabius centurio quique una murum ascenderant circumventi atque interfecti muro praecipitabantur. Marcus Petronius, eiusdem legionis centurio, cum portam excidere conatus esset, a multitudine oppressus ac sibi desperans multis iam vulneribus acceptis manipularibus suis, qui illum secuti erant, "Quoniam," inquit, "me una vobiscum servare non possum, vestrae quidem certe vitae prospiciam, quos cupiditate gloriae adductus in periculum deduxi. Vos data facultate vobis consulite." Simul in medios hostes irrupit duobusque interfectis reliquos a porta paulum summovit. Conantibus auxiliari suis "Frustra," inquit, "meae vitae subvenire conamini, quem iam sanguis viresque deficiunt. Proinde abite, dum est facultas, vosque ad legionem recipite." Ita puguans post paulum concidit ac suis saluti fuit.



Cesare si rese conto che la posizione era svantaggiosa e che le truppe nemiche continuavano ad aumentare. Allora, in apprensione per i suoi, inviò al legato T. Sestio, rimasto a presidio del campo minore, l'ordine di far uscire rapidamente le sue coorti e di schierarle sul fianco destro del nemico, ai piedi del colle: se i nostri venivano respinti, doveva atterrire il nemico per rendergli difficile l'inseguimento. Rispetto al luogo in cui si era fermato, Cesare aveva guidato la legione leggermente più avanti e attendeva l'esito della battaglia.Si combatteva corpo a corpo, con asprezza: i nemici confidavano nella posizione e nel numero, i Romani nel valore. All'improvviso comparvero sul nostro fianco scoperto gli Edui, inviati da Cesare sulla destra per dividere le truppe nemiche. Al loro arrivo, la somiglianza delle armi galliche seminò il panico tra i nostri, che avevano sì visto il braccio destro scoperto, segno convenzionale di riconoscimento, ma pensavano che si trattasse di una mossa nemica per ingannarli. Al tempo stesso, il centurione L. Fabio e i soldati che avevano scalato con lui la cinta, circondati e uccisi, vengono precipitati dalle mura. M. Petronio, centurione della stessa legione, mentre tentava di abbattere le porte, fu sopraffatto da una massa di nemici. Ferito a più riprese, senza ormai speranza di salvezza, gridò ai soldati del suo manipolo, che lo avevano seguito: "Non posso salvarmi insieme a voi, ma voglio almeno preoccuparmi della vostra vita, io che vi ho messo in pericolo per sete di gloria. Ne avete la possibilità, pensate a voi stessi". E subito si lanciò all'attacco nel folto dei nemici, ne uccise due e allontanò alquanto gli altri dalla porta. Ai suoi che cercavano di corrergli in aiuto, disse: "Tentate invano di soccorrermi, perdo troppo sangue e mi mancano le forze. Perciò fuggite, finché ne avete modo, raggiungete la legione". Poco dopo cadde, con le armi in pugno, ma fu la salvezza dei suoi.

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