In epistula ad amicum Lucilium ita scribitur a Seneca philosopho: “Non vitae sed scholae discimus: abundantia litterarum laboramu!”. In schola enim saepe et tunc et hodie discipulis multa grammaticae praecepta impertiuntur, at negleguntur puerorum ingenia animique. Apud Latinos erat in proverbio: “Verba movent, exempla trahunt”. Itaque a magistro traduntur antiquorum philosophorum sententiae et probae vitae exempla discipulis praebentur. Boni ac seduli multi discipuli sunt, quoniam scholam et socios diligunt, magistrorum consilia audiunt et idoneos libros legunt: ita enim non scholae, sed vitae discent.
In una lettera all’amico Lucilio così è scritto dal filosofo Seneca: “Impariamo non per la vita , ma per la scuola: soffriamo per l’abbondanza della letteratura!”. Nella scuola infatti spesso e ancora e attualmente sono comunicati molti insegnamenti di grammatica agli studenti, ma sono trascurati i caratteri e gli animi dei ragazzi. Presso i Latini c’era in un proverbio: “Le parole cambiano, il contenuto si trascina dietro (rimane)”. Pertanto sono trasmessi dal maestro i pensieri degli antichi filosofi e sono dati agli studenti esempi di vite rette. Molti studenti sono buoni e diligenti, poiché apprezzano la scuola e i compagni, ascoltano i consigli dei maestri e leggono libri adatti: così imparano non per la scuola, ma per la vita.