Credo che ormai sia tardi per Giada
io l'ho fatta te la metto io spero ti sia utile
Omnes fere philosophi omnium disciplinarum,nisi illi quos a recta , pecuniam pro nihilo duxerunt.Socrates in pompa,cum magna vis auri argentique ferretur: " quam multa non desidero!", inquit. Xenocrates, cum legati ab Alexandro quinquaginta ei talenti attulissent - quae erat pecunia temporibus illis, Athenis praesertim maxima - abduxit legatos ad cenam in Academiam: iis apposuit tantum quod satis esset, nullo apparatu. Cum postridie rogarent eum, cui numerari iuberet, "quid?" inquit "vos hesterna cenula non intellexistis me pecunia non egere?" Quos cum tristiores vidisset, triginta minas accepit, ne aspernari regis liberalitatem videretur. At vero Diogenes liberius,ut Cynicus, Alexandro roganti ut diceret si qui opus esset, "Nunc quidem paululum"inquit "a sole (recede)!" Offecerat videlicet apricanti!
Quasi tutti i filosofi di tutte le scuole avrebbero potuto avere gli stessi sentimenti se alcuni non fossero usciti dalla giusta razionalità per la loro indole perversa.
Senocrate, avendo degli ambasciatori da Alessandro portato a lui cinquanta talenti, che a quei tempi erano una (grande) somma di denaro, soprattutto ad Atene, condusse gli ambasciatori a cena nell’Accademia; egli servì quel tanto che era sufficiente, senza alcuna ricercatezza. Chiedendo il giorno dopo a lui, a cui comandasse di pagare in contanti:«Cosa? Voi dalla cena», disse, «di ieri non avete capito che non ho bisogno di denaro?». E avendo visto questi piuttosto tristi, accettò trenta mine, affinché non sembrasse che disprezzasse la generosità del re.
invece Diogene rispose in modo più libero, come era logico per un cinico, ad Alessandro che lo pregava di dirgli se avesse bisogno di qualcosa: "Ora, disse, che ti allontani un po' dal sole; evidentemente mentre mi scaldava al sole gli faceva ombra