Una marcia fra la neve e il ghiaccio VERSIONE Curzio Rufo

Messaggioda Ematofago » 9 set 2010, 9:46

Salve a tutti,
mi servirebbe una versione di Curzio Rufo che si chiama Una marcia fra la neve e il ghiaccio tratta dal libro Tutor Discentium
inizio: Cum Alexander cum mille equitum peditum expedita
fine: passim errantes pecorum greges reppererunt
grazie in anticipo

Ematofago

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 
Risposte:

Messaggioda Ematofago » 9 set 2010, 11:06

Oi ragazzi nn riesco proprio a farla potreste darmi una mano??

Ematofago

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 

Messaggioda giada » 9 set 2010, 12:08

Alexander cum mille equitibus peditumque expedita manu interiorem Persidis regionem sub ipsum Vergiliarum sidus petiit, multisque imbribus et prope intolerabili tempestate vexatus procedere tamen quo intenderat perseveravit. Ventum erat ad iter perpetuis obsitum nivibus, quas frigoris vis gelu adstrinxerat; locorumque squalor et solitudines inviae fatigatum militem terrebant, humanarum rerum terminos se videre credentem. Omnia vasta, atque sine ullo humani cultus vestigio attoniti intuebantur et, antequam lux quoque et caelum ipsos deficerent, reverti iubebant. Rex castigare territos supersedit, ceterum ipse equo desiluit pedesque per nives et concretam glaciem ingredi coepit. Erubuerunt non sequi primum amici, deinde copiarum duces, ad ultimum milites. Primusque rex dolabra glaciem perfringens iter sibi fecit; exemplum regis ceteri imitati sunt. Tandem propemodum invias silvas emensi humani cultus rara vestigia et passim errantes pecorum greges reppererunt.

Alessandro Egli invece, con mille cavalieri e un reparto di fanteria leggera, si diresse verso le
zone interne della Persia, proprio sotto la costellazione delle Pleiadi, e pur angustiato da
copiose piogge e da tempeste a stento sopportabili, continuò tuttavia ad avanzare verso
dove si era diretto. Si era giunti ad una strada ostruita da nevi perenni, che la morsa del freddo aveva indurito col gelo; e la desolazione dei luoghi e i deserti impraticabili incutevano timorenei soldati esausti, che credevano di vedere i confini ultimi delle cose umane. Osservavano attoniti tutta quella desolazione e senza alcuna traccia di passaggio umano e, prima che anche la luce e il cielo venissero loro meno, desideravano tornare indietro. Il re evitò di punire i soldati atterriti, quindi smontò anch’egli da cavallo e cominciò a marciare a piedi attraverso la neve e il ghiaccio rappreso. Si vergognarono di non seguirlo dapprima gli amici, quindi gli ufficiali, infine i soldati. E per primo il re si fece strada, spaccando il ghiaccio con uun’ascia; tutti gli altri imitarono l’esempio del re.Alla fine, attraversate foreste quasi impraticabili,trovarono poche tracce di attività umana e qua e là branchi erranti di pecore

giada

Site Admin
Site Admin
 

Messaggioda Ematofago » 9 set 2010, 14:51

Grazie molte!!!

Ematofago

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 

Torna a LATINO e GRECO

Copyright © 2007-2025 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2025 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-12-20 23:59:43 - flow version _RPTC_G1.3