Nescio an ullum iucundius tempus exegerim, quam quo nuper apud Spurinnam fui, adeo quidem ut neminem magis in senectute, si modo senescere datum est, aemulari velim; nihil est enim illo vitae genere distinctius. Me autem ut certus siderum cursus ita vita hominum disposita delectat. Senum praesertim: nam iuvenes confusa adhuc quaedam et quasi turbata non indecent, senibus placida omnia et ordinata conveniunt, quibus industria sera turpis ambitio est. Hanc regulam Spurinna constantissime servat; quin etiam parva haec - parva si non cotidie fiant - ordine quodam et velut orbe circumagit. Mane lectulo continetur, hora secunda calceos poscit, ambulat milia passuum tria nec minus animum quam corpus exercet. Si adsunt amici, honestissimi sermones explicantur; si non, liber legitur, interdum etiam praesentibus amicis, si tamen illi non gravantur. Deinde considit, et liber rursus aut sermo libro potior; mox vehiculum ascendit, assumit uxorem singularis exempli vel aliquem amicorum, ut me proxime. Quam pulchrum illud, quam dulce secretum! quantum ibi antiquitatis! quae facta, quos viros audias! quibus praeceptis imbuare!
quamvis ille hoc temperamentum modestiae suae indixerit, ne praecipere videatur. Peractis septem milibus passuum iterum ambulat mille, iterum residit vel se cubiculo ac stilo reddit. Scribit enim et quidem utraque lingua lyrica doctissima; mira illis dulcedo, mira suavitas, mira hilaritas, cuius gratiam cumulat sanctitas scribentis. Ubi hora balinei nuntiata est - est autem hieme nona, aestate octava -, in sole, si caret vento, ambulat nudus. Deinde movetur pila vehementer et diu; nam hoc quoque exercitationis genere pugnat cum senectute. Lotus accubat et paulisper cibum differt; interim audit legentem remissius aliquid et dulcius. Per hoc omne tempus liberum est amicis vel eadem facere vel alia si volunt.
Apponitur cena non minus nitida quam frugi, in argento puro et antiquo; sunt in usu et Corinthia, quibus delectatur nec afficitur. Frequenter comoedis cena distinguitur, ut voluptates quoque studiis condiantur. Sumit aliquid de nocte et aestate; nemini hoc longum est; tanta comitate convivium trahitur. Inde illi post septimum et septuagensimum annum aurium oculorum vigor integer, inde agile et vividum corpus
Non so se io abbia mai passato più piacevoli ore di quelle che ho testè trascorse presso Spurinna, sì che, se mi fosse dato di invecchiare, nessuno vorrei pi? di lui imitare nella vecchiezza; nulla infatti vi è di meglio regolato del suo modo di vivere. E infatti, come mi godo dell'immutabile corso degli astri, a me piace la metodicit? della vita umana, soprattutto presso i vecchi. Se ai giovani non disdice una vita disordinata e quasi tumultuosa, ai vecchi si addice un'esistenza tranquilla e ben ordinata, giacchè per essi l'eccesso di attività è intempestivo e l'ambizione fuor di posto.Questa regola Spurinna la segue con grande costanza, e persino le piccole cose (piccole se non si compissero ogni giorno) le svolge con un suo ordine prestabilito e quasi con un regolare ciclo. La mattina si trattiene sul divano, alla seconda ora chiede le calzature e fa tre miglia di passeggiata, esercitando il proprio spirito così come il corpo. Se son con lui degli amici, si svolgon conversazioni elevate; se è solo, si legge un libro, e a volte fa ci? anche in presenza di amici, se questi non l'hanno a noia.
Poi si siede e riprende la lettura o una conversazione che val più del libro; indi monta in vettura, prende con sè la moglie, eccezionale. modello, o qualcuno degli amici, come capitò a me recentemente. Come è bello, come è dolce quell'appartarsi con lui! come degno dell'antica tradizione! di quanti avvenimenti, di quanti personaggi senti parlare! da quali ammaestramenti sei penetrato!
Vomunque alla modestia sua abbia imposto legge di non dettar precetti. Corse così sette miglia, un altro ne cammina a piedi, poi fa nuova posa, oppure si ritira per iscrivere. Perocché scrive, e in ambe le lingue, dottissimi carmi lirici : ne' quali quanta dolcezza, soavità, giocondità ! e la probità dello scrittore ne compie il pregio.
All'annunzio dell'ora del bagno ( alle nove in inverno, alle otto in estate ), passeggia nudo al sole, se non fa vento. Poi fa un moto violento e lungo al giuoco della palla: ché anche con tal maniera di esercizio lotta contro la vecchiezza. Lavatosi, ponsi in lctto, e differisce alquanto a prender cibo; e intanto si fa leggere qualcosa di piacevole e grazioso. Per tutto questo tempo gli amici son liberi a fare il medesimo, o checché altro meglio lor garbi. Quindi é imbandita la cena, non men semplice che frugale, in puro ed antico argento. Fa anche uso di stoviglie corinzie, delle quali e' si diletta, senza andarne pazzo. Sovente alla cena iriter- vengon comici, affinché il diletto sia eziandio dagli studii condito. E tira innanzi fino a una porzione della notte; d'estate ancora : a nessuno però riesce lunga la cosa, tanta é la piacevolezza con che il pasto é prolungato. Gli « di questo modo che dopo settanta sette anni egli conserva interi l'udito e la vista; ch'egli mantiene l ' agilità e la vigoria del corpo
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