Dum in veneratione Titi urbs quiescebat, luctum adtulit atrox et continuus tremor terrae, quem secuta est horrenda Vesuvii montis conflagratio. Pulcherrima Campaniae ora misere foedata; obrutae duae urbas, Herculaneum et Pompeii, vasta hominum strage, inter quos periere Agrippa eiusque mater Drusilla. At, studiorum fama, mors Caii Plinii fuit insignior. Is forte tum Miseni erat classemque impwrio regebat. Miraculo nubis excitus, quae in similitudinem formamque arboris e summo Vesuvio primum visa est erumpere, huc properat, noscendae naturae avidus. Dum pergit, gliscit periculum, cineribus pumicibus ambustisque lapidibus late depluentibus. Interritus, inter incendia montem petit: sulphureis flammis crassioreque caligine spiritu obstructo, exanimatus est. Tanta autem fiut ignium vis, ut cineres in Syriamet Aegyptum fuisse delatos vulgstum sit.
Mentre Roma (la città) si crogiolava nella venerazione di Tito, un terremoto devastante e incessante sparse la morte, cui seguì una tremenda eruzione del vulcano Vesuvio. Il litorale campano (fu) devastato; due città, Ercolano e Pompei, furono rase al suolo, e moltissime furono le vittime, tra cui morirono Agrippa e sua madre Drusilla . Ma, per fama di studi, la morte di Caio Plinio ebbe maggior rilevanza. Caso volle che lui si trovasse a Miseno e reggeva il comando della flotta . Incuriosito dal miracolo di una nube, cheera a foggia d'albero (e che) in un primo momento fu vista fuoriuscire dal sommo Vesuvio [e summo Vesuvio, corre lì desideroso di conoscere la causa del fenomeno.Nel mentre che si avvicina, il pericolo aumenta per il venir giù in modo esteso, di cenere e lapilli. Intrepido, raggiunge la cima tra le fiamme: ma fustroncato dalle esalazioni sulfuree e dalla caligine (diventata) più spessa.
Tale fu la forza dell'eruzione, che si diffuse la notizia che le ceneri fossero giunte fino in Siria ed in Egitto.
Autore: Tacito