UNA DEVIAZIONE DOLOROSA versione Plinio il Giovane

Messaggioda Babina » 5 ott 2010, 12:55

Avrei bisogno di sapere cm viene la versione di latino da Plinio il Giovane intitolata:
"Una deviazione doverosa".
L'inizio è: cupis post longum tempus neptem tuam mequeuna videre.
Invece la fine è: Nam contiget hilares,si nos incolumes receperitis.Vale.

Grazie!! :-D

Babina

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Messaggioda giada » 5 ott 2010, 13:09

per favore dimmi il libro da cui l'hai presa ATTENDO RISPOSTA

Cupis post longum tempus neptem tuam meque una videre. Gratum est utrique nostrum quod cupis, mutuo mehercule. 2 Nam invicem nos incredibili quodam desiderio vestri tenemur, quod non ultra differemus. Atque adeo iam sarcinulas alligamus, festinaturi quantum itineris ratio permiserit. 3 Erit una sed brevis mora: deflectemus in Tuscos, non ut agros remque familiarem oculis subiciamus - id enim postponi potest -, sed ut fungamur necessario officio. 4 Oppidum est praediis nostris vicinum - nomen Tiferni Tiberini -, quod me paene adhuc puerum patronum cooptavit, tanto maiore studio quanto minore iudicio. Adventus meos celebrat, profectionibus angitur, honoribus gaudet. 5 In hoc ego, ut referrem gratiam - nam vinci in amore turpissimum est -, templum pecunia mea exstruxi, cuius dedicationem, cum sit paratum, differre longius irreligiosum est. 6 Erimus ergo ibi dedicationis die, quem epulo celebrare constitui. Subsistemus fortasse et sequenti, sed tanto magis viam ipsam corripiemus. 7 Contingat modo te filiamque tuam fortes invenire! nam continget hilares, si nos incolumes receperitis. Vale.


Tu desideri da lungo tempo vedere tua nipote e me con lei. ti siamo entrambi grati di questo desiderio, ricambiato per davvero. Poichè anche noi abbiamo un grandissimo desiderio di vedere te, che non gliamo rinviare oltre e però già prepariano i nostri piccoli bagagli con l'intento di affrettarci quanto lo stato delle strade permetterà (di partire) Non faremo che una sola ma breve sosta, devieremo verso la villa in Toscana, non tanto per ispezionare i campi e le faccende domestiche (ciò infatti può essere rinviato), ma per adempiere ad un dovere improrogabile. C'è una borgata vicina al nostro pessedimento (si chiama tiferno Tiberino) che mi nominò suo patrono quando era quasi ancora un fanciullo con una prova di affentto grande ma assai minore di assennatezza. Ogni volta che arrivo sono in festa, quando me ne vado si addolorano, godono gli onori che mi vengono tributati. In questo borgo per dimostrare la mia gratitudine (giacchè è molto brutto lasciarsi vincere in fatto di amicizia), ho costruito un tempio a mie spese, che esendo ora pronta, sarebbe un sacrilego ritardarne più a lungo l'inaugurazione. Dunque staremo là il giorno dell'inaugurazione che ho stabilito di celebrare con un banchetto. Ci feremeremo forse anche il giorno successivo, ma con tanta maggior fretta riprenderemo il cammino. Che ci sia dato di trovare te e tua figlia in perfetta salute! Che sarete certo lieti di ricevere noi sani e Salvi. Addio.

giada

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Messaggioda Babina » 5 ott 2010, 13:12

grazieate

Babina

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Messaggioda Babina » 5 ott 2010, 13:14

PS: il libro è COMITER..Pag.49 n.42!!

Babina

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Messaggioda giada » 5 ott 2010, 13:14

OK GRAZIE


[quote="giada"]per favore dimmi il libro da cui l'hai presa ATTENDO RISPOSTA

Cupis post longum tempus neptem tuam meque una videre. Gratum est utrique nostrum quod cupis, mutuo mehercule. 2 Nam invicem nos incredibili quodam desiderio vestri tenemur, quod non ultra differemus. Atque adeo iam sarcinulas alligamus, festinaturi quantum itineris ratio permiserit. 3 Erit una sed brevis mora: deflectemus in Tuscos, non ut agros remque familiarem oculis subiciamus - id enim postponi potest -, sed ut fungamur necessario officio. 4 Oppidum est praediis nostris vicinum - nomen Tiferni Tiberini -, quod me paene adhuc puerum patronum cooptavit, tanto maiore studio quanto minore iudicio. Adventus meos celebrat, profectionibus angitur, honoribus gaudet. 5 In hoc ego, ut referrem gratiam - nam vinci in amore turpissimum est -, templum pecunia mea exstruxi, cuius dedicationem, cum sit paratum, differre longius irreligiosum est. 6 Erimus ergo ibi dedicationis die, quem epulo celebrare constitui. Subsistemus fortasse et sequenti, sed tanto magis viam ipsam corripiemus. 7 Contingat modo te filiamque tuam fortes invenire! nam continget hilares, si nos incolumes receperitis. Vale.


Tu desideri da lungo tempo vedere tua nipote e me con lei. ti siamo entrambi grati di questo desiderio, ricambiato per davvero. Poichè anche noi abbiamo un grandissimo desiderio di vedere te, che non gliamo rinviare oltre e però già prepariano i nostri piccoli bagagli con l'intento di affrettarci quanto lo stato delle strade permetterà (di partire) Non faremo che una sola ma breve sosta, devieremo verso la villa in Toscana, non tanto per ispezionare i campi e le faccende domestiche (ciò infatti può essere rinviato), ma per adempiere ad un dovere improrogabile. C'è una borgata vicina al nostro pessedimento (si chiama tiferno Tiberino) che mi nominò suo patrono quando era quasi ancora un fanciullo con una prova di affentto grande ma assai minore di assennatezza. Ogni volta che arrivo sono in festa, quando me ne vado si addolorano, godono gli onori che mi vengono tributati. In questo borgo per dimostrare la mia gratitudine (giacchè è molto brutto lasciarsi vincere in fatto di amicizia), ho costruito un tempio a mie spese, che esendo ora pronta, sarebbe un sacrilego ritardarne più a lungo l'inaugurazione. Dunque staremo là il giorno dell'inaugurazione che ho stabilito di celebrare con un banchetto. Ci feremeremo forse anche il giorno successivo, ma con tanta maggior fretta riprenderemo il cammino. Che ci sia dato di trovare te e tua figlia in perfetta salute! Che sarete certo lieti di ricevere noi sani e Salvi. Addio.

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