L'impresa di Muzio Scevola (Livio)

Messaggioda Giù.94 » 8 ott 2010, 19:44

Mi servirebbe la traduzione de "L'impresa di Muzio Scevola" di Livio

obsidio erat nihilo minus et frumenti cum summa caritate inopia...
...quo temere traxi fortuna facinus, scribam pro rege obtruncat.

grazie in anticipo :-D ILOVEYOU

Giù.94

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Messaggioda giada » 9 ott 2010, 11:06

Obsidio erat nihilo minus et frumenti cum summa caritate inopia, sedendoque expugnaturum se urbem spem Porsinna habebat, cum C. Mucius, adulescens nobilis, cui indignum uidebatur populum Romanum seruientem cum sub regibus esset nullo bello nec ab hostibus ullis obsessum esse, liberum eundem populum ab iisdem Etruscis obsideri quorum saepe exercitus fuderit,—itaque magno audacique aliquo facinore eam indignitatem uindicandam ratus, primo sua sponte penetrare in hostium castra constituit; dein metuens ne si consulum iniussu et ignaris omnibus iret, forte deprehensus a custodibus Romanis retraheretur ut transfuga, fortuna tum urbis crimen adfirmante, senatum adit. "Transire Tiberim" inquit, "patres, et intrare, si possim, castra hostium uolo, non praedo nec populationum in uicem ultor; maius si di iuuant in animo est facinus." Adprobant patres; abdito intra uestem ferro proficiscitur. Vbi eo uenit, in confertissima turba prope regium tribunal constitit. Ibi cum stipendium militibus forte daretur et scriba cum rege sedens pari fere ornatu multa ageret eumque milites uolgo adirent, timens sciscitari uter Porsinna esset, ne ignorando regem semet ipse aperiret quis esset, quo temere traxit fortuna facinus, scribam pro rege obtruncat.

L'assedio non era certo meno pressante, il frumento caro e scarso e Porsenna, insistendo con la sua tattica, nutriva speranze di espugnare Roma. Intanto, Caio Muzio, giovane di nobile famiglia, non poteva sopportare che il suo popolo, mai assediato da potenze straniere durante il periodo di schiavitù monarchica, una volta libero dovesse ora essere schiacciato dentro le mura dagli Etruschi che, in campo militare, con Roma avevano conosciuto solo sconfitte. Determinato a vendicare l'indegna situazione in atto con un qualche gesto audace, sulle prime decise, senza consultare nessuno, di penetrare nell'accampamento nemico. Ma in séguito, temendo che una missione priva dell'autorizzazione consolare e ignorata da tutti avrebbe potuto costargli l'arresto per diserzione se le sentinelle romane lo avessero sorpreso (accusa peraltro molto verisimile dati i tempi e il luogo), comparì di fronte al senato e disse: «Senatori, vorrei attraversare il Tevere e penetrare, se possibile, nell'accampamento nemico, ma non per fare razzia e ripagare il vandalismo con la stessa moneta. No, con l'aiuto degli dèi ho in mente qualcosa di più grande.» I senatori approvano e Muzio parte con una spada nascosta sotto la veste. Arrivato all'accampamento etrusco, si mescola nel fitto della folla di fronte al palco del re. Casualmente era giorno di paga per i soldati e c'era uno scrivano, seduto accanto al re e vestito press'a poco come lui, al quale si rivolgevano quasi tutti i soldati e che era estremamente affaccendato. Siccome Muzio non voleva chiedere quale dei due fosse Porsenna (perché ignorando una cosa del genere si sarebbe smascherato), si affidò alla sorte e sgozzò (lett. sgozza) lo scrivano al posto del re.



Ciao!

giada

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Messaggioda Giù.94 » 10 ott 2010, 15:11

Grazie mille :-D
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