In omnibus circulis, atque etiam in conviviis, sunt qui exercitus in Macedoniam ducere parati sunt; ubi castra locanda sint sciant, quae loca praesidiis occupanda, quando aut quo saltu intranda Macedonia, ubi horrea ponenda, qua mari aut terra subvehantur commeatus, quando cum hoste manus conserandae, quanto quiescendum sit.Nec solum quid melius faciendum sit statuunt; sed, si quid factum est aliter ac ipsi censerunt, ducem accusant.Haec quanto impedimento rem gerentibus sit facile intelligitur: nam duces exercituum firmi et constantis animi contra adversos rumores esse non possunt.Ego non sum is, qui non existimem admonendos duces esse; immo eum, qui de sua unius sententia omnia gerat, superbum iudico magis quam sapientem.Quid ergo est?Primum a prudentibus et rei militaris peritis imperatores, quid faciendum sit, monendi sunt; deinde ab iis, qui intersunt loco, ubi res geritur, qui hostem, qui opportunitates vident, qui participes sunt periculi.
In tutti i circoli, e anche nei banchetti, ci sono quelli che sono pronti a condurre gli eserciti in Macedonia sanno dove si debbano collocare gli accampamenti, quali luoghi debbano essere occupati dai presidii, quando o attraverso quale valico si debba entrare in Macedonia, dove si debbano porre i depositi, per dove, per mare o per terra, vengano trasportati i viveri, quando si debba venire alle mani col nemico, quando si debba riposare. Non solo decidono cosa si debba fare meglio; ma, se qualcosa è stato fatto diversamente da quanto essi stessi hanno ritenuto giusto, accusano il comandante.Si capisce facilmente di quanto impedimento queste cose siano per coloro che si occupano della questione: infatti i comandanti degli eserciti non possono essere di animo fermo e stabile contro i mormorii ostili. Io non sono uno che pensa che i comandanti non siano da consigliare; anzi giudico presuntuoso più che assennato chi fa tutto sulla base della propria sola opinione. Che cosa dunque voglio dire? In primo luogo i generali devono essere consigliati da pratici e da esperti di guerra su cosa si debba fare; poi da quelli che si trovano nel luogo dove la cosa si fa, che vedono il nemico, che vedono le situazioni, che sono partecipi del pericolo.