da giada » 25 ott 2010, 10:01
Vidi villam extructam lapide quadrato, murum circumdatum silvae,
turres quoque in propugnaculum villae utrimque subrectas, cisternam aedificiis ac viridibus subditam, quae sufficere in usum vel exercitus posset, balneolum angustum, tenebricosum ex consuetudine antiqua: non videbatur maioribus nostris caldum nisi obscurum.
Magna ergo me voluptas subiit contemplantem mores scipionis ac nostros: in hoc angulo ille carthaginis horror, cui roma debet, quod tantum semel capta est, abluebat corpus laboribus rusticis fessum. Exercebat enim opere se terram que ut mos fuit priscis, ipse subigebat. Sub hoc ille tecto tam sordido stetit, hoc illum pavimentum tam vile sustinuit: at nunc quis est, qui sic lavari sustineat? pauper sibi videtur ac sordidus, nisi parietes magnis et pretiosis orbibus refulserunt. Nisi Alexandrina marmora Numidicis crustis distincta sunt, nisi illis undique operosa et in picturae modum variata circumlitio praetexitur, nisi vitro absconditur camera, nisi Thasius lapis, quondam rarum in aliquo spectaculum templo, piscinas nostras circumdedit, in quas multa sudatione corpora exsaniata demittimus, nisi aquam argentea epitonia fuderunt.
Ho visto una casa di campagna edificata con dei massi quadrati, un muro circondato da un bosco e anche delle torri innalzate da una parte e dall'altra a difesa della villa, una cisterna nascosta da edifici e arbusti, che basterebbe persino per i bisogni di un esercito, un bagno angusto, buio secondo la consuetudine antica: infatti ai nostri antenati (il bagno) non sembrava caldo a meno che non fosse buio. Dunque mi prese un grande piacere nel confrontare i costumi di Scipione e i nostri: in quest’angolo il famoso "flagello di Cartagine", a cui Roma deve il fatto di essere stata conquistata una sola volta, lavava il corpo spossato dalle fatiche della campagna. Infatti si teneva in esercizio con l’attività e lavorava lui stesso la terra, come era consuetudine presso gli antichi. Sotto un tetto così umile abitò, questo pavimento di così poco valore lo sostenne: ma ora chi c’è che sosterrebbe di fare il bagno in una tale maniera? Uno pensa di essere povero e sporco se le pareti non risplendano di grandi e preziosi specchi. Se i marmi alessandrini non sono adornati di rivestimenti numidici e la vernice, data con perizia e varia come un dipinto, non li ricopre da ogni parte, se il soffitto non è rivestito di vetro, se il marmo di Taso, che un tempo si ammirava, e di rado, in qualche tempio, non circonda le vasche, in cui immergiamo il corpo snervato dall'abbondante sudorazione, se l'acqua non sgorga da rubinetti d'argento