Sulpicio Petico C. Licinio Stolone consulibus pestilentia fuit. Et cum vis morbi nec humanis consiliis nec ope divina levaretur, victis superstitione animis ludi quoque scenici, nova res bellicoso populo--nam circi modo spectaculum fuerat--inter alia caelestis irae placamina instituti dicuntur; ceterum parva quoque, ut ferme principia omnia, et ea ipsa peregrina res fuit. Sine carmine ullo, sine imitandorum carminum actu ludiones ex Etruria acciti, ad tibicinis modos saltantes, haud indecoros motus more Tusco dabant. Imitari deinde eos iuventus, simul inconditis inter se iocularia fundentes versibus, coepere; nec absoni a voce motus erant. .
Sotto il consolato di Sulpicio Petico e Gaio Licinio Stolone ci fu una pestilenza. E poiché la violenza della malattia non si attenuava né attraverso iniziative umane né con l’aiuto divino, vinti anche gli animi dalla superstizione, si dice che vennero istituiti, tra le altre cose come mezzo per placare l’ira degli dei.Anche degli spettacoli teatrali, nuovo evento per un popolo bellicoso - infatti c’era stato solo lo spettacolo del circo ma fu uno spettacolo modesto, come generalmente tutte le prime cose [le cose agli inizi], e per di più fu un evento straniero . Senza parti in poesia, senza pantomima )senza gesti che accompassero l’esecuzione dei canti), con degli attori fatti venire dall’Etruria che danzavano al ritmo del flauto, non offrivano movimenti indecorosi per i costumi etruschi. Poi i giovani incominiarono ad imitarli, lanciandosi nello stesso tempo scherzi fra di loro con versi rozzi; e i movimenti non erano in disarmonia con la voce.